Il Tommaso che amo

Penso che ciascuno abbia il diritto di scegliersi gli amici che predilige. Io ammiro e amo San Pietro perché in ogni occasione è sempre stato franco e autentico. Le affermazioni del Vicario di Gesù sono sempre immediate e coraggiose ma soprattutto gli escono dal cuore. Amo anche Paolo, il convertito, l’uomo audace che ha saputo guardare avanti, che ha avuto fiducia nella capacità dell’uomo di aderire al messaggio di Gesù, che non si è adagiato contando sui “vicini” ma ha giocato tutte le sue carte sui lontani e ha vinto.

Amo in maniera appassionata Giacomo, l’uomo concreto, che non cammina con la testa tra le nuvole ma che, con tanta concretezza, cala nella realtà del quotidiano e del bisogno il comandamento di Cristo sulla solidarietà. Giacomo mi è tanto affine da risultarmi naturale aderire alla sua logica che non svolazza nella stratosfera ma con convinzione insegna ad essere concreti nella carità, anche se questo ci costringe a sporcarci le mani per raggiungere un risultato che non è mai perfetto. San Giacomo è stato il mio consigliere nelle imprese nelle quali mi sono lasciato coinvolgere, il mio “consulente fiscale” di “manica larga”, il mio confessore ma soprattutto il direttore spirituale che mi ha aiutato a sopravvivere alle critiche dei confratelli e alle malignità dei parolai.

Confesso però di avere un debole anche per San Tommaso. Ho la sensazione che, a causa di quella dolce, amabile e cordiale osservazione di Gesù “Tommaso non essere incredulo ma credente!”, la tradizione millenaria della Chiesa abbia trattato San Tommaso con qualche riserva presentandolo come un apostolo minore. Questo è ingiusto. Primo perché Tommaso non è stato un credulone ma ha voluto accertarsi dei fatti in tutta onestà; secondo perché San Tommaso con la sua pretesa di avere prove certe e convincenti mi garantisce che il Risorto non è un’illusone e un’utopia, il suo scetticismo infatti me ne offre una garanzia sicura; terzo perché Tommaso, una volta convinto, ha fatto l’atto di fede più bello che io abbia mai conosciuto: “Dio mio e Signor mio”. San Tommaso me lo tengo caro perché anch’io soffro della sua stessa fragilità e difficoltà di credere.

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