La mia “sposa bella”

Un po’ di romanticismo l’ho sempre avuto e mi pare di avere anche quel po’ di fantasia che serve per vestire di poesia e d’incanto le cose che amo. Qualche tempo fa mi sono lasciato vincere da un certo amarcord passando in rassegna uno dei miei scritti sulle Chiese che ho amato: da bambino l’austera chiesa neogotica costruita a ridosso della riva sinistra del Piave dopo la Prima Guerra Mondiale; da adolescente la splendida Basilica della Madonna della Salute che mi ha accolto materna durante il tempo del seminario; appena ordinato sacerdote il gioiello barocco della Chiesa dei Gesuati sulle rive del Canale della Giudecca ove ho vissuto le mie prime esperienza pastorali; da giovane prete il bel San Lorenzo, il Duomo mestrino che ha aperto il mio cuore alla città; da uomo maturo la chiesa neogotica del Meduna in cui sono vissuto per trentacinque anni come parroco ed infine da anziano la “sposa bella” della mia vecchiaia la “cattedrale tra i cipressi”.

L’ultimo mio amore è nato per caso perché il comune non aveva soldi per realizzare il pretenzioso tempio progettato dall’architetto Gianni Caprioglio che voleva donare il suo capolavoro a Mestre, la sua amata città. Il Presidente della Veritas, stanco dei miei continui interventi e solleciti, si sentì quasi costretto dall’opinione pubblica a ordinare una struttura prefabbricata in Romania dal costo di duecentocinquantamila euro.

Al primo impatto la nuova struttura sembrava un capannone per attrezzi ma poi, pian piano, arrivarono le luci, i fiori, i quadri, l’arredo sobrio ma ordinato e gradevole tanto che molti mestrini ritengono la mia “cattedrale” una delle più belle chiese di Mestre. Il clima di raccoglimento, il tetto e le travature in legno, che richiamano una baita di montagna, il silenzio del camposanto, la cornice dei cipressi e l’alta frequenza di fedeli fanno sì che la chiesa della “Madonna della Consolazione” sia una delle chiese più amate e frequentate della città. Non c’è ora del giorno in cui non vi sia qualcuno che si “ristora” col messaggio di pace e di intimità con Dio che la chiesa ed il suo sottofondo musicale offrono a chi la frequenta. Ora poi la chiesa è resa ancora più accogliente dalle riproduzioni del Beato Angelico, dai ritratti delle più belle figure dei Santi della nostra tradizione ed infine dalle due grandi opere, “La Deposizione” e “L’Assunzione al cielo della Madonna”, di uno dei più insigni pittori della nostra città: Luigi Scaggiante.

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