Delusione

Qualche tempo fa ho avuto modo di apprendere che un collega, che stimo per il suo impegno, mi rifiuta in modo quasi stizzito e astioso.

So che ognuno di noi, pur operando all’interno del grande alveo di Santa Madre Chiesa, si propone ed opera in maniera diversa e so anche che tra me e lui vi sono diversità sul modo di vivere l’ascesi cristiana, l’impostazione pastorale con cui porsi di fronte al mondo contemporaneo e le modalità concrete con cui offrire il messaggio di Cristo.

Sono sempre stato convinto che la diversità arricchisca e per questo ero certo che mi accettasse così come io ho sempre accettato lui ma purtroppo non è così. Sono venuto a sapere, in modo fortuito, che da molto tempo mi rifiuta, ossia rifiuta il mio modo di testimoniare Gesù nel nostro tempo precludendo alla sua comunità l’opportunità di confrontare i nostri due modi, così diversi, di interpretare il ruolo del prete oggi.

Questa scoperta mi ha profondamente addolorato e mi ha indotto a verificare, ancora una volta, le mie posizioni ideali anche se la venuta di Papa Francesco e la sua testimonianza mi pareva avallassero le mie scelte di cristiano e di sacerdote. In questi giorni ho ripreso in mano i miei “averi”, le mie ricchezze ideali che con tanta fatica sono riuscito a consolidare durante la mia lunga vita. Ne faccio una verifica sommaria:

  • Sono per una Chiesa povera e per i poveri.
  • Ritengo che ognuno abbia da offrire il suo piccolo apporto di verità.
  • Penso sia un dovere sacrosanto obbedire senza essere servili o obbedienti solo a livello formale.
  • Ritengo sempre valido il primato della coscienza.
  • Ritengo che la solidarietà debba essere l’obiettivo principale del nostro vivere da cristiani.
  • Ritengo doveroso il confronto di idee con tutti: con chi sta in basso, con chi è al proprio livello o con chi sta in alto.
  • Ritengo che la carità se non diventa concreta e il prete non si sporca le mani con le problematiche di questo mondo il suo impegno si riduce ad aria fritta.
  • Temo infine una vita cristiana troppo contrassegnata da riti.

Questi sono alcuni dei miei “tesori” che custodisco con attenzione e ai quali mi ispiro nel mio operare. Quando avrò un po’ più di tempo cercherò di presentarne qualche altro.

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