Le decisioni di don Roberto

Don Roberto, parroco di Chirignago e mio fratello; ha vent’anni meno di me, però ho notato, leggendo il suo settimanale, che ha iniziato un po’ troppo presto il vezzo di considerarsi anziano. La gente non lo perdona neppure a me questo vezzo, figurarsi se lo concede a lui che ha ancora davanti a sé almeno un quarto di secolo di vita in parrocchia.

Nell’ultimo numero di “Proposta”, il periodico della sua comunità, scrive che hanno chiuso l’anno pastorale e che ora sta apprestandosi a mettere in atto la pastorale estiva. Ho letto con piacere che ha mantenuto invariato l’orario delle quattro celebrazioni domenicali nonostante sia azzoppato in quanto come aiuto ha soltanto don Andrea a mezzo servizio perché inspiegabilmente i superiori lo hanno incaricato di dedicare il resto del suo tempo alla curia.

Anch’io nella mia vita di parroco mi sono sempre dovuto arrabattare celebrando oltretutto un numero quasi doppio di messe festive. Ora però leggo sui bollettini parrocchiali della nostra città che il numero delle messe viene ridotto non solo durate l’estate ma, anche d’inverno; in più di una parrocchia alla domenica se ne celebra una soltanto. Mi viene da pensare che alcuni preti attualmente siano tentati di rifarsi più ai diritti sindacali o all’opinione pubblica corrente che all’esempio di Cristo.

Un’anziana signora, che segue le nostre iniziative, mi ha quasi rimproverato perché sono molto critico con le vacanze dei preti: cosa quanto mai vera. Sono riuscito a trattenermi ma mi pizzicava la lingua per chiederle perché non si fa portare in vacanza dal suo parroco? Ho avuto quasi la sensazione che don Roberto, quando ha affermato che da decenni ha impostato la pastorale estiva sui campi in montagna, si sia sentito in obbligo di giustificarsi con i suoi parrocchiani perché non organizza in parrocchia il Grest (un paio di settimane di vacanza guidata per i ragazzi). Penso di poterlo “assolvere” affermando per esperienza diretta che vivere un paio di settimane in un campo scout, sotto le tende o in un campeggio con i ragazzi e i giovani della parrocchia, immersi nella natura e a stretto contatto con il proprio prete, è infinitamente più incisivo di quanto non lo siano le poche ore passate nello scontato ed arido ambiente cittadino! Bene il Grest ma meglio ancora i campi scuola in montagna!

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