L’annuario

Io faccio parte della Chiesa veneziana ma, un po’ per l’età ma soprattutto perché sono sempre stato allergico alle vicende della curia e del “palazzo”, vivo ai margini dell’attualità del patriarcato di Venezia. Le uniche notizie che lo riguardano le leggo su “Gente Veneta”, il settimanale della diocesi, e rarissime volte su “Il Gazzettino”, quotidiano locale che, a differenza di un tempo, interviene raramente sulle vicende della nostra comunità cristiana.

Questa premessa non significa che io non sia interessato e che non viva le problematiche della Chiesa a cui ho dedicato l’intera esistenza perchè talvolta il mio coinvolgimento è così profondo da farmi preoccupare e soffrire, nonostante ormai non abbia più alcuna responsabilità diretta in queste vicende. A testimonianza di questo, quando posso o riesco, in maniera attiva o passiva tento di mandare messaggi al “governo” della nostra comunità.

Ho fatto questa premessa perché questa mattina mi è giunto per posta “L’Annuario” della diocesi, un volume che informa minuziosamente su tutta “l’architettura “della nostra diocesi, tanto che una volta letto questo volume, la cui compilazione ha certamente richiesto tempo, fatica e denaro a chi lo ha compilato, si può avere una visione esauriente, dettagliata e pignola sull’organizzazione e sulla realtà della nostra diocesi. Confesso di aver speso più di un’oretta per trovare una risposta alla mia curiosità un pochino morbosa e confesso anche le conclusioni o meglio quali sono state le mie reazioni a caldo.

Primo: per dirla con Occhetto, che la nostra è una magnifica e perfetta “macchina da guerra”, un’organizzazione così perfetta con la quale sembrerebbe possibile convertire non solo il nostro pezzettino di Veneto ma il mondo intero!

Secondo: ho anche constatato con piacere che sono ricomparsi i titoli onorifici di Monsignore e simili, nonostante la passata burraschetta in cui sembrava fossero stati aboliti, burraschetta che evidentemente si è dissolta come una bolla di sapone. Sono comunque contento perché così sono ritornato ad essere uno dei pochi “soldati semplici” senza titoli e senza galloni e questo non è cosa da poco!

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