Ai primi di dicembrem se per caso mi fosse venuta la voglia di andare a pregare nella basilica di S. Marco, di certo non avrei potuto andarci, perché nonostante gli stivaloni avrei avuto bisogno di un periscopio o della bombola da sommozzatore per affrontare i 165 cm. di acqua che c’era in Piazza S. Marco. Dopo un sentimento di pena nei riguardi della povera gente che vive a Venezia a pianoterra e dei negozi sommersi dall’acqua con la merce rovinata, il mio pensiero è andato immediatamente ai “disobbedienti di Casarini” ai no-globals, all’estrema sinistra, ai verdi, al Partito Democratico nelle sue componenti rosa e bianco e a tutti coloro che nutrono complessi di sudditanza verso questa gente sballata che in tutti questi anni ha messo in atto mille farse per bloccare il Mòse.
Io non so se questa struttura impedirebbe un’acqua alta del genere, comunque essa sarebbe un tentativo per verificare la sua efficacia.
In questa tragedia cittadina, che dimostra quanto siano stupidi e faziosi certi individui che tengono banco nella ribalta dell’opinione pubblica e quanto siano imbecilli quelli che si fanno incantare dalla loro demagogia e anzi sono perfino preoccupati di qualificare in maniera adeguata gli attentatori della sopravvivenza della nostra bella e cara città.
Il formaggio sui maccheroni poi l’hanno messo i sindacati con lo sciopero dei vaporetti, sciopero che certamente ha salvato i lavoratori dal naufragio! Oggi come veneziano di adozione, mi sono sentito veramente disperato pensando alla città sommersa dall’acqua sì dell’Adriatico, ma prima ancora dalla demagogia degli stolti e dalla debolezza dei governanti.