La suora del domani

Viene talvolta a Messa nella mia “cattedrale tra i cipressi” una ragazza che vive a Milano ma che ogni due settimane viene a trovare suo padre il quale è un caro amico che incontro con una certa frequenza. Ho scoperto nel tempo che questa giovane donna laureata ed occupata all’Università Cattolica, è una religiosa che appartiene ad una congregazione fondata da don Giussani di “Comunione e Liberazione”. Quando viene a Messa con suo padre, non manca mai di venire a darmi un saluto, forse perché sua madre, morta ormai da alcuni anni, mi voleva molto bene e mi stimava. In passato non avevo notato un particolare, che invece qualche settimana fa ho colto e che mi ha fatto riflettere. Io conosco parecchie donne che sono “religiose laiche”, ossia che non vestono un abito religioso, ma uno come me, che ha una certa dimestichezza con questo genere di persone, si accorge immediatamente, dal tipo di abbigliamento dimesso e soprattutto fuori moda che indossano, di questa loro appartenenza. L’ultima volta che ho incontrato la ragazza a cui facevo cenno ho notato invece che, anche se in maniera sobria e per nulla esagerata, era vestita alla moda. Gesù ha dedicato una parabola al lievito che si confonde con la pasta ma la fa lievitare e anche nella famosissima lettera a Diogneto si afferma che i cristiani non si distinguono per nulla dagli altri se non per i loro ideali, i loro costumi di vita sobria e la loro fede. Spero che la nuova generazione di suore si rifaccia a questi schemi mentali e spero anche che la “scoperta” fatta qualche giorno fa rappresenti la primizia di una nuova stagione delle suore del nostro tempo.

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