Un sogno rimasto solo un sogno

Quasi cinquant’anni fa Monsignor Vecchi, la San Vincenzo ed io aprimmo il “Ristoro” di Cà Letizia, quella struttura che attualmente tutti chiamano: “La Mensa dei Poveri”.

Noi a quel tempo non intendevamo avesse i connotati che essa pian piano ha assunto, cioè una mensa in cui senza tetto e sbandati potessero trovare un piatto di minestra calda e qualcosa per placare i morsi della fame ma, a quel tempo, lo progettammo affinché fosse come un ristorante, pur modesto, in cui le persone, con poche risorse economiche, potessero pranzare in un luogo dignitoso e ad un prezzo pressoché simbolico.

Inizialmente fu così, tanto che perfino una coppia di giovani sposi organizzò il pranzo di nozze nella sala da pranzo di Cà Letizia! Forse era fatale che diventasse la “Mensa dei Poveri” però nel mio animo è rimasto ancora l’antico sogno del “ristorante” per la povera gente, sogno che probabilmente dovrò lasciare in eredità a chi verrà dopo di me.

Qualche settimana fa, leggendo un servizio de “Il Messaggero di Sant’Antonio”, ho appreso dell’iniziativa di un ristoratore milanese che ha aperto un locale in cui, chi è di modeste condizioni economiche, può pranzare con un euro. A motivo di questa notizia ho cercato di raccogliere informazioni presso gli addetti ai lavori per capire se la sala da pranzo del don Vecchi potesse essere adibita a “Ristorante Popolare”, però mi sono reso conto che la cena verrebbe a costare non meno di quattro euro, garantendo però ogni sera almeno una cinquantina di commensali. A questo punto mi vedo costretto a rimettere nel cassetto dei sogni questo progetto in attesa di momenti migliori!

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