Libertà e rispetto

Io idealmente c’ero tra i quattro milioni di francesi che hanno condannato in maniera forte la violenza del fondamentalismo islamico.

Io ci sono e ci sarò per quanto si tenterà di fare per disinnescare la crudeltà, l’assolutismo e la barbarie dell’islamismo impazzito e fuori da ogni norma umana e civile ma, dopo aver affermato questo con assoluta decisione, devo altresì affermare che coltivo, nel mio animo, altri due sentimenti ben chiari e motivati.

Primo: ritengo, che nonostante tutte le atrocità, si debba battere soprattutto la via del dialogo e del compromesso se non vogliamo macchiarci degli stessi crimini del fondamentalismo islamico. La prova di forza, le armi e la violenza non possono che generare la stessa brutalità della quale certi mussulmani si stanno attualmente macchiando.

Secondo: pur condividendo il principio della libertà di stampa, della critica e perfino dello scontro dialettico, non riesco né a comprendere, né a giustificare, né tanto meno ad approvare il sarcasmo e l’ironia della satira su argomenti che toccano, tanto intimamente, la sensibilità e le convinzioni di altri esseri umani. Credo che la libertà di parola non possa e non debba mai ricorrere al disprezzo, all’irrisione che sono propri della satira. Sapendo poi quanto, giustamente, i mussulmani siano attenti e gelosi della loro fede e del loro profeta, ritengo che l’attenzione e il rispetto dovrebbero essere ancor più rigorosi quindi, se i giornalisti del giornale che ha subito la pur tanto deprecabile e sproporzionata reazione, si dedicassero all’informazione sarebbero ora più meritevoli ma purtroppo pare vogliano insistere con la satira.

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