La nuova religiosità

Talvolta invidio i miei colleghi che ho l’impressione siano paghi del gregge, sempre più piccolo, che vive all’ombra del Campanile e che non siano per nulla preoccupati delle “pecorelle smarrite” e, meno ancora, di quelle che stanno costruendosi in proprio le regole di convivenza con gli altri membri del “gregge”. Fino a poco tempo fa questo fenomeno era definito come una “religiosità fai da te” ossia la concezione di una prassi religiosa che non si rifà al vangelo e alla nostra tradizione ma che ognuno si costruisce a proprio uso e consumo.

Ho l’impressione che questa evoluzione cresca, di giorno in giorno, tanto da avere una comunità di praticanti che si muove in assoluta autonomia per quanto riguarda le regole della fede. Rimango ogni giorno sempre più perplesso perché non riesco a capire se questa prassi sia veramente la naturale evoluzione che porta ad una religiosità che si libera totalmente dalle regole ufficiali.

Da molti mesi avevo notato nella mia piccola assemblea generale una giovane donna dal volto pulito che partecipa con profonda pietà e devozione ai sacri riti.

Qualche giorno fa mi è capitato di incontrarla dopo la Messa e di ricevere da lei alcune confidenze sulla sua vita. Pensavo che vivesse sola, mentre invece mi ha confidato che vive con un compagno e che non si pone minimamente il problema del matrimonio.

Il fenomeno di sganciare la propria vita reale da precetti religiosi mi pare sia una prassi che ha preso piede molto rapidamente. Per ora non riesco a fare altro che riflettere e pregare sperando, in proposito, di riuscire a chiarirmi le idee.

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