In questi giorni il ministro dei beni culturali, Franceschini, ha annunciato, con una certa enfasi, una serie di provvedimenti che facilitano l’accesso e la fruibilità di quell’immenso tesoro di opere d’arte che l’Italia possiede.
Io non ho una buona memoria, però mi pare di ricordare che per anziani, studenti e ragazzi l’ingresso a musei, gallerie d’arte e siti archeologici ed altro ancora, sia gratis e pure lo sia, una volta al mese, per tutta la cittadinanza.
Per Mestre il nostro ministro potrebbe essere anche maggiormente generoso, perché purtroppo non vi è alcuna struttura di questo genere, a meno che non sia considerato un bene paesaggistico lo scorrere lento delle acque fangose e maleodoranti dell’Osellino appena “scoperto” dall’intelligentia del nostro Comune, oppure non si voglia mostrare il progetto ultra zebrato del futuro museo.
Perché invece non offrire l’ingresso gratis nelle gallerie del “don Vecchi” nelle quali sono in mostra più di duemila opere di artisti contemporanei?
Pensavo ai provvedimenti di Franceschini mentre in questi giorni ho scelto i quadri con i quali arredare i corridoi e i soggiorni del “don Vecchi” degli Arzeroni. La nuova struttura degli Arzeroni offre già più di trecento opere di artisti, specialmente locali. Se per esempio uno vuol conoscere e godere del miglior Felisati, non ha che da visitare la galleria del “don Vecchi 2” che ne possiede ben cento. Felisati lo si trova anche al Centro don Vecchi di Marghera, ma soprattutto nel salone dell’ultimo “don Vecchi” agli Arzeroni. Al “cinque” sono esposti una ventina di paesaggi di Vittorio Felisati, incorniciati in maniera del tutto particolare ed innovativa, con larghe cornici nere che, appese alle pareti bianche della grande sala, offrono una visione quanto mai gradevole, valorizzando al massimo i colori vivi ed intensi del nostro artista concittadino.
Sono convinto che nessuna delle tante mostre organizzate per questo artista sia mai stata capace, come quella del “don Vecchi” degli Arzeroni, di offrire un Felisati così inebriante per gli scorci del nostro territorio che egli ha ritratto con grande maestria e per l’impasto di colori così vivi che “escono” quasi dal quadro e che s’impongono all’attenzione del visitatore.
Chi vuol conoscere l’arte contemporanea espressa dagli artisti del nostro territorio in questo ultimo mezzo secolo, non la può trovare se non nei Centri don Vecchi sulle pareti dei quali sono esposte, come dicevo, più di duemila opere, non tutte dello stesso pregio, però tutte capaci di documentare la produzione artistica degli artisti nati nel nostro tempo e nella nostra terra.
19.06.2014