Una delle cose che mi piacciono di più alla televisione sono i documentari sulle specie vegetali, ma soprattutto su quelle animali. Ogni tanto alla sera riesco a “beccare”, quasi sempre per caso, questi programmi che mi fanno sognare e che offrono una immagine di Dio non solamente sapiente, ma soprattutto pieno di estro e di fantasia, un Dio tanto più simpatico di quello che i miei docenti di teologia, ai tempi del seminario, mi han fatto conoscere e che assomigliava ad un professore di matematica, fisica o chimica, tutto serio e compassato che dà solo lezioni di logica. Penso alle cinque prove sull’esistenza di Dio di san Tommaso, un Dio tanto diverso da quello ricco di fantasia, un po’ sornione e geniale, che si diverte come un bambino con il lego, a costruire creature quanto mai interessanti – vedi i miliardi di uomini e donne tutti diversi e tutti meravigliosi, e altrettanti miliardi di animali e di piante tutti diversi e tutti di una ricchezza e di una ingegnosità sorprendente.
Mentre però l’uomo, il più elevato in grado tra le creature di Dio, per poca umiltà, e soprattutto per la sua supponenza, s’è pressoché rovinato usando male del dono della libertà, piante ed animali, che pare non abbiano commesso il peccato originale, sono rimasti tali e quali, come erano usciti dalla infinita intelligenza della mente di Dio e perciò sono di una ingegnosità e di una bellezza sorprendenti.
L’altro ieri ho seguito una “lezione” sulle formiche e i loro formicai che rappresentano, nella loro specie, delle vere cattedrali. Era un vero spettacolo vedere una folla di formiche portare nei loro magazzini degli enormi – per loro – fili d’erba. All’interno del formicaio questi fili si decompongono e fanno nascere così un fungo di cui esse sono ghiotte e che, al tempo stesso, produce anidride carbonica che mantiene a temperatura la loro dimora collettiva.
Quante volte, camminando per i prati, non ho dato un calcio a qualche piccola montagnola di terra che mi sembrava un qualcosa di banale e di insignificante, mentre ora ho appreso che ogni formicaio rappresenta una struttura quanto mai complessa, funzionale ed articolata, costruita con intelligenza da “vari ingegneri” e da “docenti” di fisica. Questi dati sono poi i più macroscopici, ma ad una analisi più approfondita anche un semplice formicaio e i suoi abitanti rappresentano un mondo affascinante da scoprire.
Queste esperienze mi aiutano a liberarmi da un concetto statico, freddo e compassato di Dio e lo sostituiscono col volto sorridente e divertito di Chi ha costruito un mondo così vario e complesso, perché io non finisca mai di scoprire quanto sia infinito e sapiente il Dio che volle che io fossi suo figlio.
03.01.2014