Quando nell’ottobre del 2005 ho lasciato la mia vecchia parrocchia per “limiti di età”, ho regalato ai parrocchiani un volumetto che avevo portato a termine qualche mese prima. Era mia intenzione lasciare un ricordo alla gente che ho amato e tentato di “servire” da parroco per ben 35 anni.
Il volume di ben 230 pagine, portava come titolo “La semina della sera”, con una specie di “occhiello” esplicativo: “Piccolo catechismo per i cristiani non praticanti della mia parrocchia. Riflessioni a voce alta di un vecchio parroco sulla fede e la religione”. Ho sempre avuto la grande preoccupazione di “parlare” anche ai non praticanti che, in parrocchia, erano poco più della metà dei battezzati.
Il volume contiene una serie di articoli su problematiche di attualità religiosa, che io avevo già pubblicato sui vari numeri del mensile parrocchiale “Carpinetum”. In quella occasione ho recuperato questi articoli ed ho premesso ad ognuno qualche nota che inquadrava ulteriormente il problema trattato. Nella mia intenzione c’era il desiderio di recuperare e di riseminare la semente già buttata nei solchi, nella speranza che potesse attecchire. Inoltre speravo di essere ricordato per quelle tensioni che mi hanno sorretto per tanto tempo. Mi pareva, andandomene, di compiere il mio dovere di pastore con quest’ultima semina.
Qualche tempo fa qualcuno mi ha chiamato al capezzale di una persona anziana che, alla fine della vita, volle riconciliarsi col Signore. La cosa mi trovò prontamente disponibile.
Sulla soglia dell’eternità fu quasi naturale gettare un ponte sull’educazione religiosa che ella aveva ricevuta da giovane. Ho avuto la netta sensazione che il seme posto nella sua coscienza decenni e decenni prima, germogliasse e fiorisse improvvisamente ed in maniera imprevista ed inaspettata.
Fui tanto felice che questa donna si spegnesse in pace avendo la percezione che, una volta ancora, si avverasse quanto è scritto nella Bibbia: “C’è chi semina nel pianto e chi raccoglie nella gioia”. In questa occasione io ho raccolto “la semina del mattino” di un prete sconosciuto e questa sensazione mi ha ravvivato la speranza che anche la mia semente, sparsa con tanta larghezza, prima o poi potrà fiorire e ravvivare il cuore e la speranza di un altro prete: possa lui provare la stessa gioia che io ho provato in questi giorni.
07.09.2013