Pazzi!

Io sono amante dei fiori, non tanto per il loro profumo che spesso è delicato, come quello delle viole, delle rose o del gelsomino, ma soprattutto per l’armonia dei loro colori. La tavolozza che il Creatore ha adoperato ha un’infinità di toni così delicati e suadenti che incantano gli occhi e li fanno riposare nella dolcezza delle loro mille tonalità, talora forti e decise e talora ricche di sfumature delicatissime e quanto mai varie. Se ne avessi possibilità farei nel vasto parco del “don Vecchi” una serra o un orto botanico. Purtroppo i costi di manutenzione sono proibitivi e al “don Vecchi”, oltre alla Olinda, che possiede il pollice verde, ma che ha purtroppo il difetto di nicchiare pure lei, non riesco a contare su nessun altro.

Debbo però confessare che anch’io in questo campo ho le mie predilezioni e i miei amori segreti. Da anni coltivo una forte amicizia con dei fiorellini bianchi di una pianta grassa che fioriscono nel tardo autunno, continuando imperterriti durante il lungo e freddo inverno, per reclinare poi il capo con i primi tepori della primavera.

Il secondo amore è più recente e più travolgente: si tratta degli ibiscus che negli ultimi giorni di giugno mettono fuori dei grandi fiori rossi, bianchi e rosa che rassomigliano, per foggia, a quegli strani copricapi dei cinesi fatti a cono. Gli ibiscus sono fiori che si impongono in maniera vistosa e prepotente all’attenzione, per la grandezza del fiore e per il colore forte e deciso.

Proprio qualche giorno fa, parlando con la signora Olinda che cura da esperta le “covate” di questi fiori, mi spiegava che, appassitosi il fiore – che dura un solo giorno – rimane nello stelo una “nocciolina” assai minuta dentro la quale ci sono dei piccolissimi semi pressoché impercettibili che lei coglie e semina in primavera. Sono stato curioso e ho aperto anch’io una “ovaia” di queste sementi e di fronte a questo miracolo della natura è cominciata la mia meditazione: Olinda mette in una scatoletta questo pugnetto di semi appena visibili mescolandoli assieme, però essi, a metà aprile, come ad un comando segreto, si “ricordano” il loro colore specifico, il tempo per fiorire, la forma di fiore da far sbocciare, il modo per far capire quando hanno sete e mille altre cose ancora.

Di fronte a questo programma assolutamente rigido di comportamento di vita come si fa a non essere certi che c’è stato Qualcuno infinitamente intelligente ad ideare questa meraviglia? Il famoso entomologo Faber ha scritto: «Io non ho bisogno di credere perché Dio lo vedo direttamente nel Creato e nelle sue creature». Solo un pazzo e assolutamente pazzo può dire che tutto questo processo così complesso che da milioni di anni continua imperterrito a verificarsi esattamente nella stessa maniera, avviene per caso.

Io non ho assolutamente nessun dubbio sull’esistenza di Dio. Su un altro discorso: la religione, la Chiesa, Gesù – tornerò quando ne capiterà l’occasione, anche perché esso è più complicato e impegnativo.

18.08.2013

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.