“Tardi ti ho conosciuto!”

Ognuno, credo, ha le sue simpatie e le sue sofferenze. Io credo, anche in questo, di sentirmi uguale agli altri.

Per quanto riguarda i “profeti e testimoni” del nostro tempo, molte volte ho detto che i miei punti di riferimento sono don Mazzolari, don Milani, don Antonino Bello, il defunto vescovo di Molfetta, La Pira, don Gnocchi, Madre Teresa di Calcutta ed altri ancora che considero “profeti minori”. Non credo però di aver mai confidato agli amici quali sono i “profeti” dei tempi lontani, quelli della prima generazione cristiana e quelli della Chiesa ormai affermata che mi sono più cari.

Amo particolarmente l’apostolo san Giacomo per la sua concretezza e perché, per primo, ha capito che oggi il volto di Cristo lo si trova nel volto del povero e che una fede senza un impegno solidale verso i più fragili è effimera, inconsistente e pressoché nulla. Da san Giacomo ho imparato che Dio lo si ama solamente aiutando i poveri.

Amo appassionatamente san Paolo, il convertito, non tanto per il suo pensiero profondo, quanto per la sua generosità e il suo impegno senza misura. Ogni volta che leggo quanto Paolo ha sofferto per Cristo, arrossisco perché l’apostolo delle genti mi ha fatto capire che chi fa la scelta cristiana non può assolutamente pensare di ridurre il suo impegno ad una adesione formale o a qualche rito religioso, ma deve spendersi tutto e senza riserve. Di san Paolo ammiro ancora la libertà interiore e la franchezza. Quanto mi ha fatto bene quella sua affermazione nei riguardi di Pietro, suo capo: “Gli resistetti in faccia perché aveva torto!”.

Mi è caro Francesco d’Assisi per il suo amore candido per “Madonna povertà” e per il suo scorgere e dialogare con Dio attraverso il Creato. Il Cantico delle Creature è per me la preghiera più sublime di questo innamorato di Dio e dell’uomo.

Ammiro anche in maniera forte san Benedetto per la sua saggezza e l’equilibrio spirituale con cui gestisce quel dono prezioso che è il tempo. Però il mio primo amore è per sant’Agostino, per la sua umanità calda e appassionata, per aver amato Dio nonostante le sue passioni e i suoi errori. Come sento vicino il santo delle “Confessioni”, quanto mi turba oggi in maniera positiva quel suo appassionato: “Tardi, Signore, ti ho conosciuto, tardi ti ho amato!”. Sono tanto riconoscente al vescovo di Ippona per avermi donato questa stupenda preghiera per la mia vecchiaia, che mi fa sperare di aver conosciuto, anche se tardi, ciò che solamente mi può salvare da una vita vuota e insignificante.

06.08.2013

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