Gli artisti del “don Vecchi”

Nel pomeriggio sono andato al “don Vecchi” di Marghera perché c’era la “vernice” di un pittore di casa nostra: Vittorio Massignani, residente al “don Vecchi” di Campalto.

Nei Centri don Vecchi vivono almeno due pittori: uno, celebre, Odino Guarnieri, collega di Emilio Vedova, artista da tutta la vita, pittore astratto del quale Orler, il gallerista, presenta ogni settimana alla televisione le opere (inavvicinabili per noi poveri mortali per il loro costo).

Il nostro “maestro” è una carissima persona, con la sua barba bianca e il suo bastone che porta alla Charlie Chaplin, amico affettuoso ma che, nonostante i miei ammiccamenti, non se l’è mai sentita di esporre alla “San Valentino”, la galleria dei principianti! Comunque il nostro rapporto è quanto mai cordiale, tanto che ogni tanto mi regala qualche suo “pezzo”, pur non perdonandomi la mia “bestemmia” artistica d’aver definito, per celia, “scarabissi” i quadri astratti.

Solamente un paio di settimane fa sono venuto a sapere che a Campalto abbiamo un altro pittore. La sua storia è ben diversa. Pur essendo stato portato, fin dall’infanzia al disegno, dovette abbandonare il suo sogno per fare, molto più prosaicamente e per tutta la vita l’imbianchino assieme a suo padre.

La Mariolina, pure lei ospite del “don Vecchi”, che da sempre ha la vocazione di valorizzare gli operai e che si sente difensore degli “sfruttati”, m’ha informato che questo suo coinquilino dipingeva nel chiuso del suo appartamentino e i suoi quadri non erano mica male.

In quattro e quattr’otto abbiamo organizzato una “personale” al pittore appena scoperto. La dottoressa Cinzia Antonello, direttrice artistica della galleria, gli ha preparato una critica con i fiocchi, i nostri tipografi le locandine e i dépliant di sala, le signore il rinfresco, la figlia ne ha fatto la biografia. Tant’è che ne è venuta fuori una “vernice” di tutto rispetto, tanto che il nostro artista, ora confuso e commosso così da non riuscire a biascicare neppure una parola, però era nel contempo al settimo cielo.

Vollero che anch’io prendessi la parola. Mi rifeci per istinto ad un bellissimo film di Frank Capra, “La vita è meravigliosa”, ove il protagonista riesce a riunire in una casa personaggi di ogni genere, e dove ognuno può occuparsi del proprio hobby.

Quanto sarebbe bella la vita e il mondo se ogni uomo potesse avere uno spazio ed un tempo per fare quello che più gli piace fare. Non credo che riuscirò a dar vita ad una struttura del genere, ma oggi, almeno per il nostro artista pittore, è stato così e il suo “San Marco” che ci ha regalato, anche se copiato da una cartolina, farà al “don Vecchi 5” la sua bella figura, assieme ad un altro centinaio di opere già raccolte.

30.05.2013

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