Quando ero poco più di un bambino, mi ha fatto sognare il film “La città dei ragazzi”. Era appena terminata la guerra ed arrivavano in Europa pellicole americane, con storie da “nuova frontiera”, piene di ottimismo, in cui gli eroi positivi la spuntavano sempre. Ricordo “La mia via”, in cui Bill Crosby, in tonaca da prete, convertiva la parrocchia cantando assieme ad una bella ragazza che non era la perpetua o la presidente delle Figlie di Maria.
Tornando alla “Città dei ragazzi”, fatta da brigantelli, scugnizzi, e piccoli malandrini che sfasciavano tutto e scappavano, guidata da un prete, che mi ha fatto sognare per trent’anni, pian piano è diventata una splendida realtà ordinata e positiva. Il film ha avuto un eco tale che, anche in Italia, fiorirono per tanti anni esperienze del genere; ad esempio, a Bassano, fino a qualche anno fa, esisteva il Comune dei ragazzi con tanto di elezioni e sindaco e consiglio comunale!
Sulla falsa riga di questa tipologia sociale, io, persona a cui non manca proprio la fantasia, ho pensato alla senior city del Don Vecchi in questi termini: al centro don Vecchi di Carpenedo c’è una toponomastica con relativa segnaletica stradale, per cui il complesso ha delle denominazioni precise che definiscono le strade, le piazze, gli slarghi e i vicoli. Gli anziani, però, sembra non siano entrati troppo nel gioco. C’è stata solamente una vecchietta, appena entrata, che Suor Teresa ha incontrato piangente perché non sapeva più trovare il suo alloggio. La Suora le chiese: “Dove abiti?”, e l’anziana con le lacrime agli occhi: “In vicolo dei Merli 21” tutti ora sanno solamente i numeri civici.
Stamattina sono stato al don Vecchi di Marghera e sono stato veramente entusiasta della situazione: ordine, pulizia, entusiasmo, partecipazione; mi è parso veramente di scoprire il soggetto per una nuova pellicola: “La città dei vecchi”.
A Marghera non abbiamo alcun dipendente; tutti sono padroni, tutti sono dipendenti, perchè vige sovrana l’autogestione. Lino con la sua aria tranquilla da ottimista, regna da sovrano illuminato e costituzionale, non ha bisogno di chiavi, di ordinanze, né di circolari; la sua fede e la sua bontà gli sono più che sufficienti per governare la Nomadelfia delle ciminiere!