Qualche tempo fa una parente di un defunto del quale il giorno dopo avrei dovuto celebrare il “commiato cristiano” – che tutti chiamano col nome ambiguo di “funerale” – alla quale avevo telefonato per avere qualche minimo ragguaglio sul defunto che non conoscevo, mi chiese di poter scegliere le letture per la liturgia. Capii immediatamente che si trattava di una aderente al “cammino neocatecumenale”. Scelse in verità uno dei passi quanto mai noti dell’Apocalisse che presenta “il paradiso” un po’ come un “banchetto di succulente vivande”.
Il giorno dopo mi chiese pure che una “sorella” di questo movimento neocatecumenale cantasse all’inizio e al termine della messa. Si presentò una giovane con la chitarra sulla spalla, portata a mo’ di fucile. Era una giovane dal volto bello e pulito, cantò con una voce calda all’inizio e al termine della messa accompagnandosi con la chitarra, due canti di origine spagnola, fortemente ritmati, ma dal tono assai tragico, pur inneggiando alla vita e alla misericordia del Signore, come lo sono tutti i canti del repertorio neocatecumenale.
Tante volte sono intervenuto sul mio particolare rapporto con questo movimento ecclesiale che s’è diffuso in tutto il mondo ed annovera milioni di adepti così disciplinati che paiono fatti a stampo. I neocatecumenali sono buoni cristiani, aderiscono in massa alle iniziative proposte dalla Chiesa, sono poi tra i pochi movimenti che offrono al Popolo di Dio nuovi sacerdoti, dimostrando una pietà intensa, senza tentennamenti, e sono quanto mai obbedienti ai loro catechisti.
Io, pur non aderendo, ho una profonda ammirazione per la loro testimonianza cristiana, ma purtroppo li sento quasi come un corpo estraneo che non riesce ad amalgamarsi con la nostra comunità cristiana. Perfino nei canti ho l’impressione che siano estranei alla sensibilità e allo stile sereno del nostro Paese; sento nel loro modo di credere, quella tragicità tipicamente spagnola che mi rievoca Garcia Lorca con il suo “Alle cinque della sera”. Comunque sono certo che anche per quella strada si possa andar diritti in Paradiso.