I soldati di ventura

Quante volte, soprattutto quando ero a Venezia, non ho ammirato in campo dei santi Giovanni e Paolo, la possente statua equestre del Colleoni. Quel campo di Venezia ha, a nord, quello splendido ricamo della facciata del convento dei domenicani che è diventato, con i secoli, la sede scomoda dell’ospedale civile. A destra la splendida facciata della chiesa dei santi Giovanni e Paolo, la chiesa più grande di Venezia ove i domenicani, ordine dei predicatori, parlavano alle folle di fedeli. Al centro il monumento al Colleoni, il celebre condottiero, capitano di ventura, che ha “lavorato” per molti anni ed ha ben meritato presso la Serenissima.

Io che sono cresciuto durante il fascismo e sono stato educato all’amor patrio, ho sempre provato un senso di repulsione per questi soldati di ventura che si mettevano al servizio di qualcuno e combattevano non spinti da amor di Patria, ma dagli ingaggi assai generosi. Nutro pure un sommo rispetto per i nostri soldati di professione che si offrono come volontari di pace, di libertà o di democrazia e partono per tutti gli angoli del mondo dove questi valori sono minacciati, ma sempre mi sorge il dubbio che i diecimila euro al mese di ingaggio siano forse più determinanti che quegli alti ideali che spesso fungono da paravento ipocrita.

Passi per i nostri “volontari” che partono in “missioni di pace” armati fino ai denti, però quello che mi è ancor più difficile capire ed accettare sono altri “soldati di ventura”, ossia i giovani dei centri sociali e perfino uomini che incutono soggezione per le loro pretese di promuovere libertà, giustizia e democrazia, mentre sono super addestrati per combattere la polizia, per bruciare automobili, rompere le vetrine dei negozi, per lanciare bombe Molotov e per disselciare le strade.

Questi soldati di ventura sono onnipresenti ove c’è una qualche opportunità di menar le mani. Ricordo le loro epiche imprese per il G8 di Genova, contro la base Del Molin a Vicenza, la TAV in val di Susa, in bacino san Marco contro le grandi navi, a Roma, Napoli, Taranto….

La magistratura pare abbia un occhio di riguardo perché le loro devastazioni non sono solo devastazioni, ma “devastazioni politiche”.

Ricordo quel povero carabiniere che si è difeso per non essere bruciato vivo nel suo mezzo e, purtroppo, avendo fatto partire un colpo, ha ucciso il suo assalitore: lui è diventato un criminale per una certa parte politica, mentre l’assalitore, nuovo “soldato di ventura”, un eroe!

Ogni volta che passo per campo san Giovanni e Paolo e vedo il monumento al Colleoni, temo che prima o poi si edifichi in piazza san Marco un monumento a Casarin che è pure un condottiero dei “soldati di ventura” dei nostri giorni.

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