Ci sono certe frasi che, per dei motivi non sempre semplici da capire, rimangono impresse nella memoria ed altri pensieri, pure veri e profondi, che scompaiono e si dissolvono appena letti.
Tanti anni fa trovai, non so più dove, questa sentenza: “Dio perdona sempre, gli uomini qualche volta, ma la natura mai!”. Quando capita una catastrofe naturale qualcuno la giudica una fatalità, qualche altro un po’ bigotto e di una religiosità molto povera, pensa che sia un castigo di Dio, stanco di vedere i peccati degli uomini. Per fortuna si fa sempre più strada chi giudica invece che essa sia una forma di autopunizione, conseguenza fatale di un comportamento dissennato che viola i ritmi e le leggi ferree della natura la quale esige rispetto assoluto di quello che attualmente chiamiamo “ecosistema”, ma che sarebbe più giusto definire il progetto del Creatore.
Nulla avviene o è presente per caso, ma ogni realtà ha la sua funzione precisa ed assolutamente necessaria. Gli interventi dell’uomo dovrebbero essere sempre cauti, prudenti e rispettosi di quell’equilibrio armonioso su cui poggia la vita e il benessere di tutte le realtà presenti in questo mondo.
Giovannino Guareschi, col suo humour sottile e provocatorio, in un suo racconto collocato come premessa allo splendido volume “Mondo piccolo”, dice che gli uomini da un’eternità tentano la scalata al cielo con le loro Torri di Babele per spodestare il Padreterno dal suo trono. Dio spesso li lascia fare, ma quando esagerano muove la falangina del dito mignolo e rovescia la torre che crolla rovinosamente a terra. La metafora del famoso “padre” di don Camillo non fa altro che ricordarci, in maniera fantasiosa, che ogni volta che noi manomettiamo la natura, ossia il saggio progetto di Dio, per motivi di passione o di egoismo, non facciamo altro che condannarci ad una vita squallida e all’autodistruzione.
Pensavo in questi giorni a queste verità di fronte alle tragiche e rovinose alluvioni causate dal massacro che stiamo operando sulla terra, sui fiumi, sui boschi ed in genere su tutto il Creato, come alle violazioni alle sacre e provvide leggi naturali che regolano la vita dell’uomo. Anche l’immagine del matrimonio gay, celebrato in questi giorni in Francia di fronte alla sindachessa, non solo mi ha dato una sensazione di squallore, ma pure la certezza che la violazione del precetto intelligente e sublime di Dio sulla famiglia non farà altro che aumentare il disordine nella nostra società.