La storia vecchia e recente del quartiere don Sturzo non è stata veramente esemplare per solidarietà verso il prossimo e per sensibilità sociale. Non vorrei ritornare ancora una volta a ricordare le pagine tristi che hanno caratterizzato il passato di questo quartiere che, per i motivi più diversi, ha assunto atteggiamenti illiberali e di una pseudo aristocrazia borghese.
Ricordo le barricate per opporsi alla costruzione delle case popolari, quindi l’opposizione assurda alla costruzione del Centro don Vecchi uno, altrettanto per il “don Vecchi due” e l’intervento presso il Comune, che era disposto a cedere alla Fondazione un pezzo di parco per la costruzione del “don Vecchi cinque” per gli anziani in perdita di autonomia, realtà che sarebbe già funzionante se non ci fosse stata questa opposizione veramente incomprensibile.
Ricordo ancora la lotta perché la “poveraglia” non accedesse ai magazzini dei vestiti, dei generi alimentari e dei mobili. Purtroppo ancora l’opposizione, con manifestazioni plateali, quando s’era pensato di utilizzare la cascina Mistro per gli anziani non autosufficienti, progetto che risultò poi realizzabile per altri scopi. Infine ricordo la campagna contro la realizzazione della “Cittadella della solidarietà” nel campazzo della Società dei 300 campi.
Ora finalmente pare che questo quartiere abbia un sussulto di dignità di fronte allo scempio e all’infinito spreco di denaro, da parte del Comune, per la bonifica del parco antistante la chiesa di viale don Sturzo. Sono stati tagliati alberi pluridecennali, s’è fatto scempio del parco, creando colline di terra, non si sa se bonificata o da bonificare. Il tutto poi s’è fermato, quasi a perpetuare in viale don Sturzo una nuova Ostia o Pompei.
Finalmente da qualche giorno sono apparsi, sullo steccato che chiude il parco, striscioni con accuse roventi contro il Comune e chi, con tanta insipienza, ha prodotto questo tsunami e pare volerlo lasciare a perpetua memoria delle scorie del tempo in cui Mestre aveva un polo industriale che produceva ricchezza.
Vedendo questi striscioni, che la pioggia sta stingendo, ho sentito il bisogno di dire: “Finalmente, cari compatrioti di viale don Sturzo, posso essere con voi per dare una ulteriore spallata ad una amministrazione pubblica spendacciona ed inconcludente! Non lo meritereste, ma per coerenza personale lo faccio lo stesso!”.