Le preghiere

Chi, come me, è alle soglie dell’eternità, prova il bisogno – o forse sente il dovere – di verificare ciò in cui ha creduto ed ha tentato di passare ai fedeli in generale e ai suoi discepoli in particolare.

In quest’ultimo tempo mi è capitato di riflettere con insistenza su di un problema con cui un prete ha di frequente a che fare. Tra i più vicini, ma non solo, mi sento chiedere assai di frequente: “mi dica una preghiera”, “preghi per me, lei che è più vicino al Signore”, “mi ricordi nella Santa Messa”. Normalmente si tratta di persone che hanno un congiunto ammalato e per la cui sorte sono preoccupati, o di qualcuno che si trova in grave disagio a motivo del lavoro, qualcuno che sente venir meno la fede, o gente coinvolta in situazioni gravi e complicate.

In questi casi è molto difficile intavolare un discorso per inquadrare queste preghiere che sono richieste “come salvagente” ai propri guai. Sempre accondiscendo ed affido alla paternità di Dio la persona o la questione, lasciando alla Sua assoluta saggezza questioni che sono sempre superiori alle mie possibilità e sulle quali non saprei né cosa chiedere né, peggio ancora, come intervenire.

Però, per onestà mentale, sento il bisogno di precisare a me stesso questa questione della preghiera. Il rivolgersi a Dio nella preghiera per me dovrebbe consistere nel chiedere la forza e il coraggio di affrontare una situazione difficile, preoccupante, di comprendere possibilmente quello che Egli vuole da me attraverso quell’evento, di adeguarmi al progetto di Dio, di avere la forza e la fiducia di credere che tutto quello che Egli vuole, o permette, è sempre per il mio vero bene, anche se io non riesco, in quel momento, a capirne il motivo, e di abbandonarmi fiduciosamente al Suo volere, magari ripetendo, stringendo i denti: “Sia fatta la Tua volontà”.

Credo che solamente inquadrando così la preghiera, essa sia razionale e porti pace interiore. Rifiuto invece quel ricorrere assillante al Signore, pretendendo quasi che Egli diventi “il Dio tappabuchi”, come direbbe quel sant’uomo che fu Bonhoeffer, perché per queste cose il Signore ci ha già fornito tutte le risorse necessarie per risolverle da soli.

Una risposta a “Le preghiere”

  1. Salve,
    faccio i complimenti per queste riflessioni. E’ sempre un piacere leggerle.. alcune hanno una freschezza e una lucidità notevole.

    Sarebbe bello avere queste riflessioni tra le mani in forma cartacea, da leggere tra una pausa e l’altra.

    Complimenti ancora

    Giovanni

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