Proprio in quest’ultimo tempo, grazie alla mediazione del dottor Blascovich, che è uno dei responsabili della “messaggeria” che distribuisce “L’Incontro” alla sessantina di postazioni presso le quali, fin dai primi giorni della settimana, è reperibile regolarmente il nostro periodico, si è giunti ad un concordato fra la redazione di “Comunità e Servizio”, che è la testata della rivista della parrocchia di San Giuseppe di viale San Marco e quella nostra. Il patto sancisce che “Comunità e Servizio” sarà esposto in una delle chiese del cimitero e “L’Incontro” sarà esposto nell’ultima chiesa di viale San Marco, che ha come santo protettore San Giuseppe.
Non nascondo che questo accordo mi ha fatto molto piacere perché dovrebbe sempre potersi trovare un punto di incontro anche se ci fossero stili ed indirizzi diversi, piuttosto che chiudere la porta al confronto, che è sempre un fatto positivo ed arricchente per tutti.
Questa volta la cosa è stata certamente possibile perché il parroco di San Giuseppe è una persona intelligente ed aperta al dialogo, ma soprattutto perché quella comunità esprime un “foglio parrocchiale” che ha un suo stile, una linea redazionale e dei contenuti, mentre questi accordi non si realizzano mai quando ci sono parrocchie con “bollettini” pressoché insignificanti, perché poveri di contenuti e malandati nella loro strutturazione. In questi ultimi casi è più che evidente che i relativi responsabili non riescono a sopportare “la concorrenza”.
Le due “riviste”, “Comunità e Servizio” e “L’Incontro” hanno poi in comune la rubrica “Il diario”: il primo di un giovane parroco zelante e pio, con uno stile affabile e conciliante, il secondo che porta il riflesso di un vecchio prete, quale io sono, angoloso, critico e particolarmente sensibile alle problematiche sociali e al confronto religioso.
Sono convinto che sia ai parrocchiani della parrocchia di San Giuseppe che ai fedeli del cimitero farà certamente bene cogliere la vita spirituale vista sia da destra che da sinistra, anche se questi termini sono assolutamente impropri. Il confronto farà bene perché chi vive la religiosità nell’intimo della sua coscienza avrà giovamento nello scoprire l’altro lato della medaglia e a chi è abituato a cogliere l’aspetto orizzontale della sua fede, farà bene cogliere anche quello verticale.
A parte il fatto che in tutti gli ambiti in cui vivono cristiani ci sono persone che per natura o per scelta prediligono una o l’altra chiave di lettura della religione, è cosa buona che ognuno possa conoscere e valutare il pensiero di chi non condivide il suo modo di ragionare, infatti il poter cogliere l’altro lato della medaglia, ossia di chi la pensa diversamente è sempre positivo ed arricchente!