Forse non ho sbagliato

Qualcuno, di cui non m’è dato sapere il nome, m’ha fatto avere una pagina di “Panorama” così simpatica ed interessante, almeno per me, che mi prendo la libertà di pubblicarla, così come sta, ne “L’incontro” del aprile 2013. Prima le caricature e poi il titolo dell’articolo che le accompagna, mi hanno quanto mai incuriosito ed ora dico il perché!

Il foglio della rivista riporta i volti di una decina di personaggi noti, con il cappellone e il fazzoletto tipici degli scout e l’articolo enumera una serie di altri personaggi assai noti nella categoria di quelli “che contano” nel panorama del nostro Paese.

Vengo al motivo del mio interesse particolare per questo discorso. Io sono diventato assistente degli scout fin dal 1954, quando allora ero prete di primo pelo, del gruppo 32° dell’Asci nella parrocchia dei Gesuiti a Venezia. Mi è parso subito di capire che il metodo scout era valido, aveva presa nel mondo giovanile e perciò rappresentava, a livello pastorale, un ottimo strumento da usare.

Quando fui trasferito a Mestre, mi accorsi che della “folata” di scoutismo ch’era sbocciata anche a Mestre con la liberazione, era rimasta ben poca cosa: due squadriglie a San Lorenzo, altrettante in via Piave e poco di più a Carpenedo. Sarà forse un altro peccato autoreferenziale di cui spesso mi si accusa, però col mio arrivo e soprattutto con la collaborazione dell’attuale novantenne Nino Brunello, che allora era giovane sposo con due bambini piccoli, abbiamo fatto esplodere la primavera scout.

Per fare un esempio, quando lasciai San Lorenzo nel 1971, in parrocchia si contavano tre reparti, tre branchi, un noviziato e due clan di maschi ed altrettanti di ragazze. Tentammo poi di seminare, talvolta con positivo risultato, lo scoutismo in molte altre parrocchie di Mestre con monsignor Giuliano Bertoli, allora assistente provinciale, del quale sono divenuto ben presto vice assistente. Fui tra i pochi preti che si lasciarono coinvolgere in questa avventura, tra il sospetto e l’indifferenza dei “colleghi”. Quando sono uscito, nel 2005, dalla parrocchia di Carpenedo, essa contava su più di 200 ragazzi scout.

Ora vengo ad apprendere che la “seminagione” dei preti che hanno creduto in questo movimento, sta raccogliendo risultati eccellenti. Almeno da quanto pubblica “Panorama” gli scout “riusciti a livello nazionale” sono sparsi su tutto l’arco politico e questo mi fa felice perché i pochi assistenti scout non hanno tentato di far crescere “sagrestani”, ma uomini che scelgono di servire.

Da quei pochi che ho riconosciuto, tra quelli segnalati dalla rivista: Renzi, Giletti, Pisapia, Passera, Ambrosoli, La Russa, ecc., credo che tutto sommato siano rimasti fedeli all’ideale del servizio al prossimo. Questo non è proprio poco!

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