Caro don Armando, tanto tempo fa (ormai tanto tempo fa) le scrissi indignata perché mi avevano rubato la carrozzina che voi mi avevate prestato. Ora è successa una cosa altrettanto gravissima. A una famiglia in difficoltà (speriamo momentanea) è stata rubata la spesa che aveva appena fatta al supermercato, chiusa in macchina, nel tempo di riporre il carrello.
Rubare il necessario a chi ha figli da nutrire è inaudito.
Mestre Benefica ha appena portato pacchi su pacchi a chi ne aveva bisogno. Società caritatevoli non si contano. Mense e gente di buona volontà, pronta ad aiutare, c’è. Contributi vari, agevolazioni di ogni sorta e… i dieci comandamenti, uno più valido dell’altro. Mi sa che dovrà riscriverli a caratteri cubitali e ogni settimana su “L’incontro”.
Mi perdoni lo sfogo. Se sant’Agostino si è crucciato tutta la vita per una pera… Ora non si cruccia più nessuno.
In una discussione sono stata rimproverata perché sostenevo che un po’ di senso di colpa fa bene, se questo succede quando si diventa coscienti che ci sono azioni che non hanno giustificazione, soprattutto se esistono altri modi per risolverle (e ce ne sono sempre).
Un saluto.
Lettera firmata
Carissima signora, moltissimi anni fa, quando giovane sacerdote, ero cappellano a San Lorenzo, una carissima e buona ragazza, preoccupata della salvezza eterna di un vecchio zio medico che da un’eternità non frequentava la chiesa, mi chiese di andarlo a trovare per “convertirlo” prima che fosse troppo tardi.
Non potei sottrarmi a questa richiesta, ma ognuno può immaginare con quale angoscia, io pivellino, ho suonato il campanello a questo uomo di scienza a me assolutamente sconosciuto. Per grazia di Dio le cose andarono molto meglio di quanto potessi immaginare. Dopo qualche visita mi accolse un giorno con le parole di un testo della Bibbia: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Il buon Dio aveva già provveduto a prepararlo. A me non è restato che confessarlo e portargli la comunione.
Di questo incontro ricordo una frase: «Io per una vita non ho praticato la Chiesa, però mi sono sempre attenuto a questa norma: `Preferisco che siano gli altri a farmi del male piuttosto che io a loro. Chi fa del male sarà sempre un soccombente, un infelice ed un fallito!
Cara signora, compianga quei “poveri” ladri, piuttosto che deprecarli e condannarli; la vita, prima che il Signore, li sta già castigando.