Una cara signora che stimo e a cui voglio veramente bene, mi ha regalato il volume “Il viaggio di Vittorio” raccomandandomi di leggerlo presto, anzi meglio subito!
Il volume è stato scritto dalla mamma di un volontario di un piccolo paese della Lombardia che è stato rapito a Gaza e quindi ucciso da non so chi.
Qualche tempo fa avevo letto o sentito alla televisione di questa uccisione avvenuta nella striscia di Gaza, ma non ricordo assolutamente più chi siano stati gli esecutori di questo delitto. Il libro, non ne fa cenno. Comunque la madre di Vittorio – così si chiama il protagonista – sindaco eletto dal P.D. di un paese del bresciano, ricucendo soprattutto le lettere del figlio, parla con amore e condivisione totale delle scelte del figlio il quale, seguendo la splendida utopia della libertà, della democrazia e di quant’altro c’è di nobile, partecipò a varie missioni tramite delle organizzazioni umanitarie nei Paesi più tormentati del mondo più povero e oppresso.
Vittorio perse la sua giovane vita in Palestina, nella striscia di Gaza, avendo egli abbracciato fino in fondo la causa dei palestinesi e dando un giudizio estremamente negativo sugli israeliani.
La tragica vicenda di questo giovane è scritta dalla madre più col suo cuore materno che con la lucida ragione di chi cerca di essere comunque obiettivo.
Confesso che pur ammirando questo giovane generoso, non riesco ad accettare tutte le tesi che l’hanno animato. La signora che mi ha donato il volume è una donna di forte fede comunista che ha vissuto in maniera viscerale il manifesto di questo movimento e credo che viva con una profonda delusione ed amarezza il fallimento di questo sogno che si è miseramente infranto. Immagino che mi abbia donato il volume per mostrarmi l’altra faccia della medaglia della tragedia dei palestinesi e di Gaza in particolare, soprattutto avendo io espresso talvolta la mia simpatia per il popolo ebraico che, tutto sommato, ritengo coraggioso e soprattutto un popolo che lotta disperatamente per poter sopravvivere nonostante sia circondato da Paesi islamici, nemici acerrimi e spietati che apertamente ne vogliono l’annientamento.
Come io posso schierarmi contro gli ebrei avendo letto tutto di Primo Levi? Condivido il sogno di questo ragazzo, che ha seguito un’utopia nobile, condivido pure l’amore di sua madre e la tristezza della mia amica per aver dovuto assistere al fallimento di un sogno condivisibile, però io continuo a sognare e pregare perché questi due popoli vivano in pace nella terra nella quale Gesù ha offerto il messaggio più alto e più risolutivo dei problemi umani.