Non c’è rosa senza spine

Spessissimo ho parlato con entusiasmo dell’esperienza del Centro don Vecchi come un’esperienza innovativa a favore degli anziani autosufficienti poveri.

Questo è lo spazio che era scoperto e che abbiamo scelto di occupare, poiché per i non autosufficienti ci sono strutture che in questi ultimi trent’anni si sono collaudate e che offrono un servizio per quanto possibile dignitoso e attento atta disabilità. Queste case di riposo però sono costose quanto mai, comunque i servizi che devono erogare giustificano queste rette.

la soluzione del “don Vecchi” è risultata assolutamente felice per la signorilità dell’ambiente, per i sussidi sociali inerenti alla fragilità fisica e psichica e soprattutto per i costi che sono estremamente inferiori a quelli di qualsiasi struttura esistente sul suolo nazionale.

La nostra struttura ci è invidiata da mezzo mondo e sono innumerevoli gli enti che l’hanno visitata per avere ispirazione per dar vita a soluzioni similari.

Ci siamo preoccupati di “garantire il brevetto” facendo sottoscrivere all’anziano richiedente e ad un garante che, qualora l’anziano non fosse più autosufficiente, il residente sarebbe stato ritirato e collocato in una struttura più adeguata. Purtroppo l’anziano abbastanza facilmente perde autonomia e viene a trovarsi in un luogo non attrezzato e che soprattutto ha scelto di non attrezzarsi per i non autosufficienti.

Ora abbiamo al “don Vecchi” delle situazioni di persone che hanno assolutamente perso la mobilità e che costituiscono perciò un grave pericolo per sé e per gli altri e che caricano la Fondazione di responsabilità umane e legali che non può e non deve addossarsi. Quando si fa presente questo ai figli spesso ci si scontra con una forma di egoismo inconcepibile e pressoché insuperabile e, nonostante gli impegni formali, essi spesso si rifiutano di farsi carico del genitore per non pagare le rette m case di riposo o per non avere in casa il vecchio scomodo. Chi ha offerto anni di vita serena è ritenuto “crudele” perché esige che si rispettino i patti sottoscritti, arrivando a far scrivere all’avvocato o a ricorrere all’ente pubblico e caricando di una responsabilità che potrebbe, una volta capitasse un sinistro, avere conseguenze legali veramente gravi.

In questi giorni sto vivendo momenti di amarezza e di delusione a questo proposito, tanto da farmi concludere che sono stimate le persone che se ne fregano e ritenuto crudele ed ingeneroso chi si è adoperato per il bene dei loro genitori, spesso sottraendosi ai doveri umani di farsi carico delle toro difficoltà.

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