Da poco è uscito ed ho letto il diario di don Didimo Montiero, il prete vicentino del secolo scorso che, dopo una girandola di parrocchie come cappellano, finì la sua “carriera ecclesiastica” come parroco di Bassano, ove divenne celebre per aver fondato “Il Comune dei giovani”.
Ho letto d’un fiato il diario di questo collega molto buono, un po’ ingenuo ma soprattutto pio ed amante della gioventù. Questa lettura di una vita pulita, fresca, piena di entusiasmo e di fede m’ha fatto bene, tanto che mi riaffiora sovente la sua immagine, come m’ha colpito la meschinità e la pochezza della “piccola gerarchia ecclesiastica” ottusa, arrogante ed invidiosa che a quel tempo era ben presente nel nostro territorio.
Questa storia di prete si abbina ad un’altra storia di un prete friulano del nostro tempio, don Piazza, che ha scritto un altro splendido volume “Fuori dal tempo”. Due preti tanto diversi, forse diametralmente diversi, ma ambedue veri preti. Quanto il primo era ingenuo, remissivo, dottrinalmente allineato, altrettanto il secondo è lucido, critico, problematico, sensibile alle tematiche religiose e civili del nostro tempo ed un pizzico contestatore, ma soprattutto espressione di una religiosità nuova e d’avanguardia,
Un tempo avevo letto molto sui preti, perché fino a quaranta, cinquant’anni fa essi interessavano l’opinione pubblica, poi il prete scomparve di scena. Ora mi fa piacere di aver incontrato queste due figure di certo minori, ma belle e capaci di far pensare.