Penso che i brani del Vangelo di san Giovanni di qualche domenica fa ci abbiano fatto conoscere la genesi di quella splendida opera di Maritaine: “Umanesimo integrale”. Mi pare di incontrare molti discepoli di Gesù che hanno affrontato e trovato un certo equilibrio tra immanente e trascendente, tra spirito e materia, tra azione e contemplazione, tra razionalità e sentimento, tra vita privata e vita sociale. Abbiamo l’idea della visione della vita offertaci da Cristo.
Per Maritaine Gesù ci offre un modello della sua concezione dell’uomo: egli è integro quando sviluppa con decisione le due dimensioni. La prima è la dimensione verticale che si rifà ad una concezione del rapporto con Dio che ci ha creato, che ci ama, che rimane in ogni caso accanto a noi e che ci aspetta in fondo alla strada per offrirci una vita nuova e migliore. La seconda, che incrocia la prima, è quella orizzontale, per cui l’uomo si accorge e stabilisce rapporti corretti, giusti e pacifici, con le persone che incontra nella sua vita. Da questi incontri essenziali e portanti nasce tutta l’impalcatura su cui l’uomo deve sviluppare la sua vita perché essa si realizzi compiutamente.