Credo che agli amici interessi sapere come abbiamo vinto la guerra per la realizzazione del “don Vecchi 5” e del Villaggio Solidale. La racconto perché credo che possa essere utile a qualcuno.
Dopo aver stretto una “santa alleanza” tra un giovane prete ed uno anziano, don Gianni e don Armando – 42 e 82 anni – abbiamo individuato ove “buttare la testa di ponte” tra le linee della burocrazia comunale.
C’è parso che il luogo più opportuno ce lo offrisse il prof. Ezio Micelli, assessore tecnico, quindi non condizionato nel ricevere o perdere voti alle prossime elezioni.
Don Gianni ha iniziato una intensissima azione diplomatica, telefonando, mandando e-mail a più non posso, paracadutandosi all’interno del Comune. Mentre io ho preparato una “meravigliosa macchina da guerra” che sarebbe stata usata dopo alcuni ultimatum perentori. Ogni settimana sarebbe apparso un articolo su un periodico cittadino diverso e tutte le settimane un articolo su “L’incontro”. Poi avrei rivolto un appello, invitando dalla donna delle pulizie dell’ufficio del sindaco ad ogni personalità conosciuta a premere, telefonare, insistere.
E’ partita la prima bordata con un articolo di Alvise Sperandio su “Il Gazzettino” ed un intervento del consigliere regionale Gennaro Marotta. E’ bastata! La notte del 27 luglio il Consiglio Comunale, con decisione bipartisan, ha votato la cessione dell’area. C’è stato solamente un voto contrario di Bonzio di Rifondazione Comunista, ma quello è un bastian contrario, ch’è un onore avere il suo dissenso.