Ho ripetuto che i “miei ragazzi” e i fedeli di cui mi sono occupato, li “scopro” ogni giorno su tutte le sponde della vita, con risultati diversi e valori persino opposti. Talvolta gioisco perché mi pare che il risultato dei miei sforzi sia stato veramente positivo, talaltra invece mi amareggio constatando che, almeno da un punto di vista superficiale, posso osservare solamente frutti stantii e striminziti, foglie o, peggio ancora, alberi scheletrici apparentemente senza vita, ed infine rovi.
Ricordo che qualche mese fa ho incontrato una signora di mezza età che mi ha salutato con calore e familiarità e quando s’accorse che io cercavo con un certo affanno, di ricordarmi dove l’avevo incontrata, mi disse pronta: «Non si ricorda, don Armando, che è stato lei a sposarmi?». Non ricordavo affatto, perché altro è incontrare una ragazza nel fiore degli anni, ebbra del suo amore, altro è incontrare per caso in strada una donna di mezza età un po’ sfiorita!
Soggiunsi, riferendomi alle sue nozze: «Com’è andata?». «Bene, mi rispose, sono felicemente divorziata!». Rimasi di stucco! pensando alle parole cariche di letizia, di promesse e di speranze che di certo le avevo rivolto il giorno delle sue nozze. Non tutte le ciambelle mi sono riuscite col buco, anzi!
In questi ultimi mesi sto tribolando, angustiandomi e pregando per uno dei “miei ragazzi” finito in carcere. Al pensiero di saperlo dietro le sbarre, lontano da casa, disonorato dai giornali, il mio cuore piange veramente. Mi pare impossibile, eppure è avvenuto.
In questi ultimi tempi ho letto una storia che mi ha fatto pensare: un galeotto, condannato a morte per un grave delitto, in carcere si converte, tanto che la Chiesa lo sta portando sugli altari.
Spero che comunque la triste ed amara esperienza aiuti il mio ragazzo a ripensare alla sua vita, a ciò che conta, che gli faccia comprendere che la serenità non viene dal successo, dal denaro e dall’affermarsi comunque, ma da quei valori che il suo vecchio prete senza carriera, ha tentato di passargli nel tempo della sua adolescenza.
Ora però soffro, prego e spero per lui e per i suoi cari. Che Dio mi ascolti!