Forse soltanto oggi capisco il perché Gesù sia stato così categorico e mi verrebbe da dire, spietato, con l’ipocrisia dei farisei. Ho l’impressione che la teologia, la Bibbia e l’esegesi, abbiano trascurato alquanto questo aspetto del comportamento di Cristo durante la sua vita terrena nei riguardi dell’ipocrisia della Chiesa e delle istituzioni ecclesiastiche del tempo, mettendo in sordina parole e comportamenti del Maestro.
Qualche giorno fa, mentre una volta ancora riflettevo sul come dar volto oggi a Gesù, a livello personale ed ecclesiale, mi veniva da pensare che se adoperassi lo stesso linguaggio, la stessa veemenza che Cristo usò nei riguardi dell’ipocrisia farisaica, da un lato mi buscherei una denuncia per “oltraggio alle istituzioni” e dall’altro lato una “sospensione a divinis” o una “condanna al confino” in una parrocchia “alla Barbiana”, come toccò a quel profeta del nostro tempo chiamato don Lorenzo Milani, che da fiorentino e da sacerdote, ascoltava la propria coscienza piuttosto che le convenienze sociali della società e dell’apparato ecclesiastico.
Pare che criticare i comportamenti, anche i più incoerenti, di coloro che sono al potere, sia un “delitto” di lesa maestà, che gli “ultimi” non debbano permettersi.
Oggi voglio riferirmi ad un episodio recente e da tutti conosciuto, ma lascio ai miei amici di applicare il criterio di Gesù nei riguardi di tutti coloro che in qualche modo e per i motivi più diversi rappresentano l’autorità e la gestiscono con comportamenti poco coerenti.
Che siamo sull’orlo del precipizio, tutti ce lo ripetono e il nostro presidente della Repubblica, che dovrebbe rappresentare la nazione e per scelta politica di un’intera vita dovrebbe essere “la voce degli operai” e dei più poveri, lo grida un giorno si e l’altro si. Eppure, nonostante che tutti dicano che le istituzioni stanno perdendo il raccordo col popolo, nonostante ci siano almeno cinque milioni di pensionati che vivono con 500 euro ed un’altra quindicina con mille euro al mese, che gli imprenditori si suicidino per il fallimento delle loro aziende, il nostro presidente ha voluto, con ostinazione di miglior causa, la parata militare del 2 giugno e il relativo rinfresco per le alte cariche dello Stato.
Quanto avrà speso? Io non lo so, però io che quest’anno volevo far contenti i miei vecchi, ho incaricato il catering per il rinfresco per cento persone ed ho speso 700 euro; penso che il rinfresco del Quirinale sia costato qualcosetta di più.
Quando poi penso che l’appannaggio di Napolitano è superiore a quello della regina d’Inghilterra e del presidente degli Stati Uniti d’America, mi chiedo se questa non è l’ipocrisia che deve essere bollata con le parole roventi di Cristo.
Di cose di questo genere sono ancora piene zeppe le classi dirigenti del nostro Paese; purtroppo, se invece di Grillo, ci fossero persone più serie, quanto sarebbe opportuno condannarlo da tutti i pulpiti.