Un giorno si e un altro si telefono all’architetto Zanetti, il tecnico che ha progettato il “don Vecchi” di Campalto, per sentire se sono arrivati i permessi per mettere in sicurezza l’entrata e l’uscita in via Orlanda per gli anziani del “don Vecchi 4”. Da sei mesi gli ottanta anziani che vi abitano rischiano la vita per il traffico forsennato di via Orlanda, checché oggi ne dicano i vari comitati di Campalto, che stranamente non vogliono più la via Orlanda bis perché sono tanto preoccupati che lo Stato spenda soldi.
E’ la prima volta nella mia vita che incontro degli italiani preoccupati che lo Stato non sperperi, tanto che sarei tentato di informare questi concittadini così zelanti, che io conosco ben altri motivi ed enti che sperperano inutilmente denaro pubblico, non lo faccio solamente perché non vorrei incorrere nello sdegno di altre categorie, oltre quella benemerita delle assistenti sociali.
L’avvocato Bergamo, assessore alla viabilità del Comune di Venezia, mi ha scritto anche oggi che ogni giorno sollecita l’Anas a dare i permessi prescritti. La cosa mi pare inverosimile perché il giorno dopo che abbiamo scoperto la scritta “Centro don Vecchi” è piombato un agente dell’Anas a intimarci di coprirla immediatamente, altrimenti ci avrebbe dato la multa. L’Anas quindi pare vada a corrente alterna.
Sono andato personalmente dall’assessore Bergamo e dal direttore dell’Anas, ambedue con estrema cortesia mi hanno dichiarato la loro disponibilità a fare quanto possibile per un intervento tampone che in qualche modo avrebbe messo in maggior sicurezza l’entrata e l’uscita in via Orlanda degli anziani del “don Vecchi”, ma chiedendo, con molta franchezza, che la Fondazione si assumesse il peso maggiore del costo, dato che ambedue gli enti non avevano assolutamente disponibilità finanziarie. Per la pista ciclopedonale che, sola, permetterà ai residenti di non rimanere rinchiusi in una prigione dorata – ma sempre di prigione si tratta – hanno rimandato la soluzione a tempi migliori.
Pur con amarezza, abbiamo accettato questa soluzione, ma passano settimane senza che nulla avvenga. Sapendo che dei vecchi mettono a repentaglio la loro vita, mi sto lambiccando il cervello su che cosa possa determinare questa lentezza burocratica, perché immagino si tratterà di mettere un timbro, di riempire un modulo o qualcosa del genere, cosa di due minuti al massimo.
Ho confidato all’architetto Zanetti che ero intenzionato a fare un esposto al Procuratore della Repubblica. Lui mi trattiene, forse perché con quella gente deve trattare ogni giorno.
Oggi il presidente Napolitano è preoccupato di salvarci dall’antipolitica, ma come si fa a non essere schifati di fronte a cose del genere?