Le tre strade
Mi sono sempre ritenuto un uomo di modeste risorse intellettuali, di scarsa cultura sia religiosa che umanistica e con pochissima capacità di offrire alle persone che mi ascoltano le verità che faticosamente vado scoprendo.
Come scrissi già, un amico, che mi rimane sconosciuto, mi ha regalato, in occasione del mio ottantatreesimo compleanno, un volume, edito da LaTerza, di don Pierluigi Piazza, dal titolo “Fuori dal tempio”. Io, confesso, sono quanto mai appassionato di scoprire l’anima dei preti, il loro impegno e il loro stile di vita sacerdotale. Nel suo volume questo sacerdote friulano intelligente, colto, attivo, libero e coraggioso, parla della sua concezione del prete, del suo apostolato e della Chiesa del nostro tempo.
Man mano che procedo nella lettura, mi pare di veder descritte lucidamente certe intuizioni che da tanti anni coltivo nella mia coscienza, e mi pare che mi si offrano orizzonti aperti, veri ed affascinanti, anche se estremamente impegnativi che io, con le mie modeste risorse, non riuscirò mai a conquistare. Queste prospettive però mi fanno bene e mi fa felice scorgere, seppur in lontananza, queste mete per me irraggiungibili.
Mi sono ritagliato la pagina che un prete, amico dell’autore, gli scrisse il giorno della sua ordinazione sacerdotale. Me la trascrivo integralmente perché voglio farne ogni giorno la traccia per il mio esame di coscienza, da sacerdote, seppure quasi fuori corso.
Scrive don Piazza:
“….non posso non ricordare un momento significativo. Il 18 ottobre 1975, fra le tante persone presenti quando sono stato ordinato prete, c’era anche don Antonio Bellina, allora parroco di una zona della montagna; dotato di intelligenza viva, di rara capacità di espressione orale e scritta, uomo e prete libero e critico. Venni a sapere della sua presenza perché ricevetti da lui una lettera, datata 19 ottobre, poi diventata pubblica, nella quale rifletteva sull’essere prete, concludendo provocatoriamente: «Hai tre strade da scegliere.
La prima è quella della verità. Presentandoti come sei, devi dare una mano al popolo a liberarsi da tutte le catene che lo tengono prigioniero. Devi farlo crescere nella libertà, camminando davanti a lui verso la terra promessa. Se scegli questa strada, ti troverai contro immancabilmente il vescovo, i preti, i politici, i padroni, i bigotti, forse anche i tuoi amici. Avrai solo il conforto di Cristo e quello della tua coscienza.
Puoi scegliere la seconda, che è quella della gran parte dei preti: non mettersi contro nessuno, fare funzioni religiose, dottrina, avvicinare coloro che sono ritenuti “poveracci’, dare ragione a tutti e non coinvolgersi con nessuno. Lasciare che la povera gente vada per la sua strada, soffra e muoia. Poi ti chiameranno per il funerale. Se scegli di non essere né pepe né sale, non avrai contro nessuno, farai solo pena.
La terza strada l’hanno scelta in molti. Fregarsene della gente e mettersi dalla parte dei potenti. Avrai soldi, amici, ti faranno monsignore, potrai mettere da parte anche qualche soldo. Avrai il potere di trovarti molto bene in questo mondo. Avrai solo qualche imbarazzo a rispondere a Colui che ti aveva inviato a fare tutto tranne queste porcherie. Come vedi, hai di che scegliere”.
Mi sto lambiccando il cervello e sto tormentando la mia coscienza nel domandarmi: “Io, quale soluzione ho scelto?”. Comunque mi butto in ginocchio, come David, per gridare al Cielo: “Miserere mei, Deus”.