Alla messa che celebro nell’ospedale all’Angelo non c’è mai tanta gente, specie durante la settimana, ma mentre quando celebro in cimitero debbo leggermi le letture perché nessuno si offre a farlo, in ospedale c’è sempre qualcuno che si alza e s’accosta al leggio.
Stamattina, mentre me ne stavo un po’ assorto, ho sentito un timbro di voce che mi pareva di ricordare. Diedi una sbirciata e scorsi una signora di mezza età in vestaglia, con i capelli un po’ arruffati ed un braccio in gesso. Conclusi di non conoscerla. Durante la predica più di una volta cercai con lo sguardo, ora che mi stava di fronte, la lettrice dalla dizione perfetta che aveva proclamato la Parola del Signore in maniera egregia. Accanto a lei c’era seduto un signore che riconobbi subito perché per molti anni aveva fatto il contabile della San Vincenzo.
Finalmente compresi che la signora ospite dell’ortopedia, era Liana Foletto, la splendida creatura che ha donato voce alla liturgia, cuore ai poveri, sensibilità alla musica e al canto.
In un baleno si accavallarono nella mia mente tanti fotogrammi, precisi che mi fecero riaffiorare la memoria di tante vicende vissute assieme.
Liana per anni ed anni si era impegnata con la casa di Riposo di via Spalti, alla mensa dei poveri di Ca’ Letizia, per anni questa donna ha animato la liturgia ai Cappuccini per non averlo potuto fare nella sua comunità per un parroco impossibile. Liana ogni anno mi donava voce e cuore nel tessuto de “Il Quaresimale” la paraliturgia vespertina delle domeniche in preparazione alla Pasqua.
Terminata la messa l’incontro è stato quanto mai caldo, affettuoso e cordiale; due vecchi amici, due commilitoni di tante battaglie sul campo della carità.
Ora io sono vecchio e lei quasi, ma mi fa felice di averla incontrata ancora una volta in prima linea!