E’ arrivato il finanziamento della Regione per realizzare il nuovo Centro “don Vecchi” per gli anziani in perdita di autonomia fisica. Ora possiamo sperare di riuscire a far vivere in maniera autonoma anche gli anziani, che pur avendo ancora la testa a posto, hanno bisogno di più di un supporto per godere ancora della loro autonomia decisionale e “da persone” fino all’ultimo respiro.
La stampa locale sta dando molta evidenza a questo fatto e credo che abbia ragione perché si tratta di “un fatto epocale” che finalmente difende la libertà e l’autonomia dell’anziano, lo rende libero da dipendenze burocratiche, da un lato, e dall’altro gli permette di non pesare sui figli, che in questo momento di crisi hanno essi stessi molto da faticare per arrivare alla fine del mese.
Nello stesso tempo permette all’ente pubblico di non dissanguarsi per dover affrontare rette pesantissime ed impossibili con l’aumento esponenziale della popolazione anziana e la diminuzione della forza lavoro che si sobbarchi questo peso economico.
A questo riguardo sento il bisogno di precisare qualche aspetto che potrebbe essere frainteso. La Regione non ci regala nulla; ha costituito un fondo di rotazione col quale possiamo affrontare il costo della struttura, ma dovremo restituire fino all’ultimo millesimo ciò che ci viene anticipato.
Al Comune abbiamo chiesto “il diritto di superficie” per costruire la struttura. Neanche questo ente ci darà niente per niente: pagheremo questo diritto di superficie pur alleggerendo l’onere del Comune di pagare delle rette veramente salate alle case di riposo per non autosufficienti.
Da noi i futuri residenti pagheranno solamente i costi condominiali e le utenze e chi avesse un reddito abbastanza consistente darà un contributo di solidarietà per chi ha la pensione minima. Tutto ciò si chiama, ed è, solidarietà. Molti lo daranno volentieri questo contributo mentre gli avidi e gli egoisti invece lo dovranno fare perché questo è giusto.
Se il Comune sarà sollecito ed intelligente quanto la Regione, al massimo entro due anni la nostra città potrà disporre di quasi quattrocento alloggi per anziani poveri e questo non è poco.
Voglio precisare altre due cose che reputo importanti: le nostre strutture sono e saranno, oltre che comode, anche signorili, perché siamo convinti che “i poveri sono i nostri padroni”! Secondo: questa operazione la consideriamo una lode a Dio che nasce dalla nostra fede e dalla carità cristiana, poiché vogliamo che non si rifaccia a criteri di beneficenza e di filantropia. Stiamo facendo tutto questo solamente “perché Dio lo vuole!”.
mi auguro che su questa meritoria struttura verrà pagata anche l’IMU, come Monti e chi lo sostiene, impone!