I copti, fratelli di Fede con una religiosità da cui prendere esempio

I cristiani di rito copto, che numerosi abitano a Mestre e nell’interland, non disponendo di un luogo di culto nel quale celebrare la liturgia secondo il loro rito antico, hanno acquistato un terreno a Campalto, adiacente alla nuova struttura del “don Vecchi”, per costruirvi una chiesa.

Questi fratelli di fede, che non chiedono nulla a nessuno e si muovono, a livello finanziario, in maniera totalmente autonoma, da ben diciassette anni, aspettano dal Comune il permesso a costruire la loro chiesa, che potrà fungere anche da punto di riferimento per questi nuovi concittadini che vivono e lavorano nella nostra terra.

A tutt’oggi non hanno ancora ottenuto la concessione edilizia. Questo è ancora una volta, scandaloso! E per quanto riuscirò, farò di tutto per aiutarli a superare questa ignominia!

Ebbene, questi cristiani, che fanno onore alla fede che professano, ci hanno messo a disposizione un vasto terreno perché potessimo impiantare il cantiere, non pretendendo e non accettando alcun compenso.

Ho avuto modo di incontrare in questi giorni l’imprenditore, un cristiano copto egiziano, che cura gli aspetti amministrativi della loro comunità, il quale mi ha offerto una stupenda testimonianza di fede e di carità cristiana, dicendo che il loro vescovo e la loro comunità erano ben felici di collaborare con noi, che ci riconoscono fratelli di fede. Mi ha poi commosso il fatto che il vescovo, che non ho ancora mai incontrato personalmente, mi abbia fatto recapitare una icona in segno di amicizia e di fraternità.

Ho notato in questa gente una fede viva e autentica ed un abbandono nel Signore che mi hanno veramente edificato.

Questo incontro e questo comportamento mi hanno costretto a domandarmi come mai gente di altri popoli e di una Chiesa seppur “sorella”, ma distaccata dalla comunione con Roma, testimonia una fraternità ed una fede così coerente, mentre cristiani della mia Chiesa han fatto di tutto per mettermi il bastone fra le ruote in questa impresa di solidarietà.

Una volta ancora tocco con mano che la religiosità occidentale è inquinata fin nelle sue falde più profonde da un formalismo rituale che non ha proprio nulla a che fare col messaggio di Gesù.

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