Quelle settecento lampade sono frutto di un dono d’amore

Chi in questi giorni non segue l’andamento della borsa? Piazza Affari la sto immaginando come il falò dei Pezzin in via Ca’ Solaro. Perché mentre i nostri amici invocano prosperità bruciando fascine di sterpi per l’Epifania, a Piazza Affari si bruciano ogni giorno milioni di euro. Tante volte ho tentato di farmi spiegare questo rebus di carattere economico, però non sono mai riuscito a capirci niente.

Qualcosa però ho finito per “capire” dei fenomeni collegati: ad esempio che cala il prezzo del petrolio e pare che tutti siano preoccupati di questo fatto come fosse male che la benzina cali di prezzo, o meglio che dovrebbe calare, mentre invece, per un altro mistero, cresce.

Stanno dicendo inoltre che l’oro continua a salire, raggiungendo prezzi mai visti, perché la gente investe su questo bene “rifugio”. Io invece, in controtendenza, ho approfittato per mettere sul mercato le mie “riserve auree”.

In passato, quando mi regalavano qualche oggettino d’oro, quando andavo a venderlo me lo pagavano quasi niente perché dicevano che era “oro vecchio”! Ora ho approfittato dell’occasione favorevole e del bisogno di pagare le fatture che mi giungono ininterrotte per il “don Vecchi” di Campalto. Questa volta avevo una collana, un bracciale e qualche altra cosetta che una dolcissima e cara mamma aveva ricevuto in dono dal figlio e che, essendo egli morto precocemente, ella mi disse che non avrebbe mai portato e perciò me li offriva per le opere di cui mi occupo.

L’orefice me li ha pagati duemila euro, meno qualche spicciolo. M’è dispiaciuto quanto mai privarmene, perché per me rappresentava un vero “tesoro” l’oro che questa mamma mi ha donato con le mani tremanti e gli occhi lucidi.

Neanche dopo un’ora, con la somma ho pagato le settecento lampade che illumineranno il “don Vecchi” di Campalto.

Lo so che per i vecchi che vi risiederanno e per gli ospiti quelle saranno soltanto delle lampade; per me, invece, nella loro luce, vedrò solamente il cuore di questo giovane che amava sua madre e di quella madre che ha voluto che il dono di suo figlio diventasse amore.

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