Le vacanze e la ricerca della felicità

Quest’anno il tempo, che tutti dicono matto, ma che forse è più sano di quanto non si pensi, non ha sempre favorito quella dozzina di milioni di italiani che non hanno creduto di poter sopravvivere senza salire in auto, sopportare ore e ore di coda per raggiungere la “terra promessa” per le vacanze.

Ormai è universalmente diffuso il mito che non si può trascorrere le ferie senza fare qualche centinaio di chilometri e vivere una vita scomoda nei locali di paesi che normalmente ospitano qualche migliaio di persone, ma che per le vacanze estive o invernali ne accolgono dieci volte tante.”Le smanie della villeggiatura” del nostro Goldoni in questi ultimi tre secoli è aumentata a dismisura, non solamente tra i patrizi, ma soprattutto nel popolo, tanto che ormai quasi nessuno, a eccezione dello sparuto numero dei pochi “uomini liberi” riesce a sottrarsi a questo mito sociale.

Quest’anno in luglio, abbastanza di frequente in occasione di certe giornate balorde, ventose o piovose, m’è venuto da pensare e compiangere tutta quella povera gente che in montagna, ma soprattutto al mare, è stata costretta a vivere in locali ristretti, non sapendo come far passare il tempo ai propri piccoli giustamente irrequieti. La mia partecipazione emotiva a queste “passioni” estive era resa più acuta dai vecchi ricordi dei campi scout, quando i bambini non avevano messo a riparo la legna per cuocere e quando, dovendo stare in tenda, fatalmente bisticciavano.

Io so di essere un grillo parlante che arrischia di essere appiccicato al muro per il parlare poco gradito, però ritengo doveroso ripetere che il benessere e la felicità non stanno fuori, aldilà dei mari, o comunque lontano da noi, come in Croazia, in Sardegna, in Grecia o alle Maldive, ma dentro di noi, nella capacità di godere di ciò che è possibile e nel rapporto armonioso con la nostra gente e col nostro territorio.

Speravo che la batosta dell’economia potesse far rinsavire la nostra gente, ma ohibò! pare abbia sortito l’effetto contrario.

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