Qualche domenica fa sono andato in una chiesa della città per celebrare una liturgia. Ho incontrato, purtroppo, una suora, che fungeva da segretaria, talmente indisponente, angolosa, autoritaria ed acida che mi ha lasciato veramente male e mi ha tolto la gioia della funzione per cui ero stato richiesto.
Proprio un paio di settimane dopo l’impatto deludente con quella consacrata, m’è capitato di incontrare, nell’ufficio di un ente pubblico, la segretaria di un dirigente, vestita, o meglio svestita, all’ultima moda, truccata abbondantemente, anche se non ne aveva bisogno perché era giovane e bellina, la quale, pur non conoscendomi, mi ha accolto e trattato con tanta disponibilità e cortesia, s’è interessata al problema che volevo esporre al suo superiore, mi ha richiamato al telefono per darmi una risposta, tanto che sono rimasto felicemente sorpreso di avere un trattamento così cordiale da una persona che sembrava effimera e solamente preoccupata di apparire bella.
Siccome questi due incontri si sono succeduti a breve distanza di tempo e siccome ambedue, per motivi diversi, mi avevano fortemente impressionato, pur essendo, questa, una suora con i voti di castità, povertà e obbedienza – quindi una “sposa di Gesù”, come si suol dire in certi ambienti ecclesiastici – e l’altra una donnina all’ultima moda con i pantaloni all’islamica, m’è venuto da chiedermi chi in realtà fosse la donna religiosa, la discepola di Cristo: chi aveva l’etichetta sulla tonaca o quella che invece sul vestito aveva l’etichetta di una casa di moda? Confesso che, nonostante le apparenze, sono convinto che la seconda interpretasse il linguaggio di Cristo meglio della prima, che ne aveva il distintivo ma non la sostanza.
Una volta ho sentito un frate che affermava che i cristiani si contavano alla balaustra, ossia erano quelli che ricevevano l’Eucaristia. Io, da un pezzo, non ne sono proprio convinto perché ritengo, come si diceva una volta, che “non è l’abito che fa il monaco” ma chi è dentro all’abito che fa o non fa il cuore e lo stile di Cristo.
Oggi pare che gli uomini del nostro tempo esigano autenticità piuttosto che maschere che nascondono il nulla o il peggio.