Come rendere la proposta evangelica comprensibile oggi?

Più volte ho ripetuto il mio disagio di vivere in un mondo che non è più il mio, o perlomeno che è diverso da quello che io ho conosciuto durante la gran parte della mia vita e per il quale ho speso tutte le risorse della mia esistenza. Credo che questo disagio, e forse il pizzico di rimpianto per “il piccolo mondo antico” conosciuto nella mia giovinezza e pure nella maturità, sia il prezzo che tutti noi vecchi dobbiamo pagare al tempo che passa.

Questo stato d’animo riguarda tutti gli aspetti della vita, ma io lo sento maggiormente per quello che riguarda la vita religiosa e il mondo ecclesiale. Io voglio pagare questo prezzo, ben conscio che dovrei pagarlo anche se non lo volessi, però mi struggo al pensiero di quale possa essere la “traduzione” attuale della proposta cristiana. Ci sono troppi preti che non vogliono guardarsi realisticamente attorno e preferiscono nascondersi dietro un dito tentando di perpetrare le soluzioni ricevute dalla tradizione applicandola ad un nucleo sempre più ridotto di praticanti, arrischiando di trovarsi un giorno con in mano un pugno di mosche e ad offrire la proposta cristiana ad uomini che non sono neppure un campione autentico dell’umanità che vive nel nostro tempo.

Credo che perlomeno sia onesto prendere atto della situazione reale e porsi alla ricerca di soluzioni nuove che salvino almeno e soprattutto la sostanza. Siamo finalmente onesti: oggi la confessione è saltata, la frequenza al precetto festivo è ridotta al 15-20 per cento della popolazione, il matrimonio celebrato in chiesa è al disotto del 50 per cento dei matrimoni e comunque il divorzio dal vincolo religioso o civile è dilagante. La famiglia, nel senso tradizionale, è malconcia, lo spartiacque della morale segnato dal decalogo è confuso e quanto mai aleatorio, la presenza attiva della realtà parrocchiale sul territorio geografico è pressoché inesistente e le parrocchie sono ormai arroccate all’ombra del campanile.

Ora il mio dramma è questo: come tradurre la proposta evangelica perché sia comprensibile e accettabile oggi? Di certo in questa operazione gli anziani sono i meno adatti a proporre soluzioni alternative, perché legati al passato, temo però che i giovani siano affetti dall’atteggiamento di controriforma piuttosto che apripista di una nuova pastorale.

So che c’è e si troverà una soluzione, s’è trovata anche nell’incarnare il messaggio cristiano in culture tanto diverse dalla nostra, però il trovarmi nel guado mi pesa alquanto, talvolta perfino mi angoscia.

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