Nota della redazione: come consuetudine i commenti di don Armando, scritti in gran numero e largo anticipo, arrivano “alle stampe” con un certo ritardo. Nello specifico il disegno di legge cui fa riferimento non è ancora stato approvato.
In queste ultime settimane il nostro parlamento si è impegnato finalmente, in maniera un po’ meno esasperatamente polemica del solito, per salvaguardare la nazione da attacchi speculativi che la potevano mandare a picco: un’operazione finalmente riuscita. Ma contemporaneamente è pure giunto alla conclusione di un argomento che interessa meno l’opinione pubblica, che però è quanto mai importante, qual’è quello del “fine vita”.
Io, purtroppo, non sono un esperto neppure in questo settore, pur avendo qualche convinzione ben ferma e radicata in proposito. Radicali, in maniera particolare, ma pure una grossa fetta della sinistra e della destra liberale, per un’ennesima volta hanno tentato di darsi da fare con quella passionalità e faziosità che sono loro proprie, per introdurre nel nostro Paese l’eutanasia, ossia la “dolce morte” garantita e favorita dallo Stato, come è avvenuto per l’aborto.
Lo Stato laico pare che voglia scardinare i valori fondamentali della vita trattandola come una realtà in balia e in totale arbitrio dell’individuo, e così intaccare ulteriormente la sua sacralità difesa dal Cristianesimo.
Da quanto ho potuto apprendere dalla stampa in generale, e da quella cattolica in particolare, quale “L’avvenire”, la legge che ne è uscita pare accettabile. La Chiesa, nella sua globalità, s’era decisamente opposta con ogni mezzo alle tesi dei radicali, dei liberali e dei marxisti. Ora, grazie alle forze del centrodestra e dell’UdC, si sarebbe ottenuto questo risultato che pare rispettoso della vita e che non permette ad alcuno di sopprimere anche chi viva in maniera, almeno apparentemente, vegetativa.
In questa occasione ho avuto però un’ulteriore delusione ed amarezza. S’era detto che i cristiani, in qualunque partito militassero, sui valori fondamentali si sarebbero sempre trovati uniti e concordi. Mentre questo è avvenuto per i seguaci di Casini, non mi pare che sia successo per i cattolici militanti nel partito democratico. Credo che la Bindi, Fioroni, Franceschini ed altri ancora, abbiano votato per disciplina di partito assieme ai loro amici miscredenti.
In tempi ormai lontani il cardinal Ottaviani aveva definito personaggi del genere “comunistelli da sagrestia”. Ho l’impressione che questa definizione sia ancora valida. Mi dispiace tanto perchè, avevo sognato che i cristiani avrebbero potuto militare in ogni partito senza tradire la propria coscienza.