L’esempio di coerenza di Marco Pannella

Credo che le persone che mi frequentano o che mi leggono sappiano fin troppo bene la mia assoluta allergia per i radicali. Sono convinto che essi abbiano determinato il fenomeno della secolarizzazione e dell’anticlericalismo più di tutti i partiti messi assieme e i movimenti dell’intero arco costituzionale.

Però devo confessare che la loro critica preconcetta e spesso esasperata, almeno per me, ha fatto del bene e vorrei sperare che così sia anche per i cattolici del nostro Paese.

I radicali mi hanno aiutato ad impegnarmi perché lo Stato garantisca a tutti la libertà di muoversi, di pensare e di agire come detta la loro coscienza; mi hanno aiutato a rifiutare uno Stato confessionale ed una Chiesa intrigante che si interessi non dei grandi valori, ma si immischi in tresche per ottenere privilegi e vantaggi – e questo non è poco!

Inoltre certe campagne di grande respiro dei radicali, le ho condivise e m’hanno quanto mai entusiasmato. Per esempio: un maggior impegno per i poveri del mondo, per l’abolizione della pena di morte, per la difesa dei diritti civili, in certe nazioni con regimi illiberali, la campagna per il rispetto della costituzione e delle leggi ed infine quella per l’umanizzazione delle carceri.

Al momento in cui scrivo, mi pare d’aver sentito che Pannella è al sessantesimo giorno di digiuno perché i carcerati non siano trattati come bestie in carceri sovraffollate, ma abbiano diritto alle cure mediche, all’assistenza di psicologi e soprattutto perché non siano detenuti per tempi lunghissimi in attesa di processo e possano riscattarsi e vivere una vita più decente attraverso il lavoro.

Non credo che Pannella vada a messa alla domenica e dica le preghiere la sera, ma la sua testimonianza e il suo “digiuno ultraquaresimale” spero gli aprano le porte del Cielo, anzi ne sono certo. Spero ancora che il suo esempio di sacrificio civile ci sproni tutti ad una solidarietà non fatta di parole fatue, ma di impegno concreto pagato con la propria coerenza.

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