Il matrimonio del principe di Monaco

Credo che tutti l’abbiano capito che il mio diario è atipico sia nei tempi che nella forma. Nel tempo, perché fermo sulla carta sensazioni, riflessioni, reazioni e denunce, quando mi urgono dentro e perciò le butto giù anche con notevole anticipo sul tempo nel quale esce il periodico che le ospita. Nella forma, perché per me il diario è solamente uno strumento, o meglio un “pretesto” per offrire un apporto veloce e non troppo impegnativo sugli eventi della vita e sul modo con cui vi reagisce questo prete anziano.

Premesso questo, perché sono ben conscio che quando queste brevi note saranno pubblicate il fatto e le reazioni dell’opinione pubblica, recepite dalla stampa, saranno già roba vecchia buttata alla rinfusa in quell’enorme soffitta che accoglie i rifiuti ancora più consistenti delle tonnellate di “monnezza” di Napoli e della Campania.

“All’epoca” di quanto sto per annotare nel diario, mi è capitato di sentire un paio di battute tra due donne residenti al “don Vecchi”, persone che notoriamente hanno più di ottant’anni: «Puoi fermarti un po’ per sostituirmi nel servizio al bar?». «Mi dispiace, ma sono di fretta!». «Cos’hai da fare?». «C’è il matrimonio, e io sono già in ritardo!»

Ci misi un po’ per capire, pensavo che avesse un nipote o qualche parente che si sposasse. Ma poi, nel proseguo della conversazione della signora che richiedeva aiuto, compresi che si trattava delle nozze del principe di Monaco con la nuotatrice del sud Africa.

Questa conversazione, colta al volo, mi rese più attento all’evento. Da quanto ho capito il “principe”, grassottello e attempato, è stato uno scapolone impenitente, che ha lasciato sul suo sentiero due o più creature. Le nozze, si dice che siano state un’operazione di marketing, da un lato per rilanciare l’economia del principato di Monaco, dall’altra per avere un erede legale prima che fosse troppo tardi. Pare che la ragazza dello sport si sia trovata impigliata in queste nozze da operetta non riuscendo però più a tornare indietro.

La cosa non mi ha interessato per niente, anzi mi ha schifato quanto mai. Almeno i due principini inglesi erano giovani e capaci ancora di sognare, ma a Monaco non c’è stato neppure questo!

Del matrimonio regale io ho visto solamente qualche carrellata durante il telegiornale, che non potevo scansare, ma questa mi è stata sufficiente per vedere coinvolto nella sceneggiata un vescovo, parecchi sacerdoti e soprattutto delle formule sacre. Il tutto mi è sembrato una celebrazione folkloristica, opera di un regista che poteva spendere a volontà; però quanta tristezza nel vedere la chiesa e i suoi ministri coinvolti in questo spettacolo di cui la gente è ancora purtroppo ghiotta. Quanto senso di dissacrazione dell’amore e che cattiva lezione di vita per la gioventù!

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