Lo stile degli scritti che parlano di religione, peggio ancora se sono scritti spirituali che si rifanno all’ascetica o alla mistica, è quasi sempre mieloso. Pare che quando si parla delle cose che riguardano lo spirito, i toni debbano essere bassi o perlomeno smorzati, ben difficilmente si usano parole che esprimano posizioni decise. Sembra che mai si possano adoperare termini e concetti spigolosi, rigidi come d’acciaio, ma sempre si debba invece ricorrere al velluto nelle espressioni e, tanto più, nelle parole.
Questo costume, tanto comune e diffuso da non destare quasi più sorpresa, ha fatto si che qualche mattina fa, mentre leggevo un testo per la mia breve meditazione all’inizio del nuovo giorno, sia stato sorpreso e colpito da una parola e da un concetto che credo, d’ora in poi, almeno per quanto mi riguarda, inserirò nel mio pensiero e nel mio linguaggio.
La riflessione apparteneva ad un cristiano del sud Africa, il quale faceva notare come il coraggio di tanti giovani di colore avesse cambiato il volto e l’anima del suo Paese, così tristemente famoso per la discriminazione razziale, mentre ora è diventato, in occasione del campionato del mondo di calcio, il “padrone di casa” che ha ospitato i cittadini di tutto il mondo.
Questo fedele ringraziava di cuore il buon Dio per tutti i suoi connazionali che lungo gli ultimi secoli si erano opposti all’ingiustizia. Terminando col dire che il mondo avrà sempre bisogno di credenti che continuino a dire alle tenebre: “non sono d’accordo!”.
Il nostro mondo è quello che è, ha tanti difetti e limiti, ma nel corso dei secoli è pure cresciuto in umanità, basti pensare all’abolizione della schiavitù, all’emancipazione della donna, al diritto universale di voto, all’assistenza sociale … Tutto ciò è avvenuto non per merito di chi ha assistito passivamente all’ingiustizia e alla discriminazione sociale, di chi ha sempre chinato il capo e taciuto, di chi s’è sempre rassegnato, di chi per quieto vivere non è intervenuto, ma per merito di chi ha ribadito con le parole e soprattutto con i fatti: “non siamo d’accordo!”.
Questa mattina, chiuso il libro, ho ringraziato e pregato per quel coro infinito di persone che lungo i secoli hanno affermato “non siamo d’accordo!” ed ho chiesto al Signore che m’aiuti ad aggregarmi sempre ed in ogni circostanza a questo popolo di persone che manifestano pubblicamente il loro disaccordo con tutto ciò che non rispetta l’uomo; costi quello che costi!