Non so proprio se gli attuali insegnanti delle elementari leggano o facciano leggere ai nostri ragazzini la raccolta di racconti del De Amicis contenuta nel libro Cuore.
Ai miei tempi il libro Cuore era una specie di Bibbia per i bambini della mia età. M’hanno fatto sognare i romanzi di Verne e di Salgari, m’ha colpito il bellissimo racconto dei Ragazzi della via Paal, ma il Cuore, con il suo sentimento e con quel suo pizzico di romanticismo, con cui presenta in maniera toccante gli umili protagonisti della vita semplice di tutti i giorni, mi ha sempre coinvolto, commosso e fatto del bene, tanto che i suoi personaggi sono rimasti per me delle icone splendide che m’hanno fatto conoscere il lato più bello e più pulito della vita.
Debbo anche confessare che come m’ha fatto enormemente bene l’intuizione di Mario Pomilio che afferma nel suo “Quinto Evangelio” che il testo sacro non è per nulla concluso ma cresce ogni giorno con quanto di bello e di positivo fiorisce nella nostra società, così sogno e sono felice quando scopro episodi e personaggi che aggiungano nuovi capitoli al volume di De Amicis.
Qualche settimana fa m’ha raggiunto in sagrestia una cara mamma che ogni giorno arriva al camposanto a “salutare” il suo figliolo morto tragicamente e poi viene a messa per pregare per i vivi e i defunti. Questa signora mi porse un involucro che conteneva una collana ed un bracciale d’oro dicendomi: «Sono i doni di mio figlio, io non li porterò più, glieli regalo perché lei faccia del bene». La voce le tremava e quando alzai lo sguardo sul suo volto vidi due perle lucenti che le uscivano dalle palpebre. L’abbracciai con tutto l’affetto che un prete ultraottantenne può offrire ad una creatura così bella e luminosa.
Volete che il gesto di questa donna del popolo non stia bene accanto al “piccolo scrivano fiorentino” o alla “maestrina” o alla “vedetta lombarda”?
Mi spiace di non avere una penna felice come quella di Edmondo De Amicis, per aggiungere questi episodi toccanti ai racconti di calda e vera umanità dello scrittore amato nella mia infanzia. Nel mio cuore però sono incise a carattere d’oro e credo siano le cose più preziose e care che io posseggo.