Una protesta che mi ha lasciato perplesso

L’oceanica accolta di donne che si sono recentemente riunite a Roma all’insegna del grido di guerra santa “Se non ora quando mai?” nella cornice variopinta e notevolmente goliardica – per non usare termini che sappiano di provocazione – mi aveva un po’ stordito e disorientato. Dopo gli ottantottani è tanto facile che questo avvenga di fronte ad eventi mai conosciuti durante tanti anni di vita, quindi credo che non ci sia da meravigliarsi della mia perplessità nel valutare questa enorme assemblea di donne.

Il fatto poi che i giornali, ma mi pare anche le protagoniste stesse, abbiano detto, per dritto e rovescio, che il tutto voleva bollare l’immoralità di Berlusconi e non nascondevano troppo che intendevano dare una spallata al governo per mandarlo a casa, mi aveva reso ancora più perplesso, tanto da costringermi a rimuginare questo fatto epocale. Infatti da un lato non capivo perché queste donne protestassero contro il libertinaggio di Berlusconi e, almeno contemporaneamente, non bollassero d’infamia, come si sarebbe dovuto, quelle altre donne che liberamente s’erano prestate a questo mercimonio e tutte le altre che per desiderio di lucro o di notorietà si prestano ad essere esche piuttosto che persone consce della loro dignità e non le chiamassero con i vocaboli che una lunghissima tradizione ha coniato per le donne che si prestano a queste indecenze!

Mi spiace per la suora e per chi s’è lasciato trascinare dalla “moda del momento” ma un po’ di onestà e di buon senso non fa male!

Quando ero ragazzino ho sentito più volte da delle donne adulte e perbene dire che “l’uomo è cacciatore”, ma non per questo penso che esse, almeno quelle che io conoscevo, si facessero beccare! A parer mio, prete che confessa da più di cinquant’anni, Berlusconi e la sua congrega sono peccatori, ma lo è altrettanto chi ha frequentato le sue ville. Dall’altro lato mi pare di ricordare i discorsi di certe donne femministe sul diritto di disporre a piacimento del proprio corpo, i discorsi sulla pillola, i discorsi sull’aborto e i discorsi a tutto campo delle femministe radicali, e allora mi pare di comprendere che l’immoralità e l’abiezione è un seme sparso in maniera sovrabbondante anche dalle stesse donne ed ora è cresciuto il fiore del male.

Ho l’impressione che anche in tutto questo ci sia molta di quell’ipocrisia che oggi impera sovrana.

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