Religione e libertà

Ho scoperto tardi, ma fortunatamente ho scoperto che in ogni tempo ed in ogni categoria di persone c’è sempre qualcuno di intelligente, onesto e coerente, che con la sua dirittura morale fa da contrappeso alle meschinità del tempo e degli uomini.

Recentemente s’è celebrato l’anniversario della morte dell’Abbé Pierre, il famoso francescano che prima si converte, poi si fa frate, quindi entra nella resistenza, viene eletto deputato ed infine fonda quella splendida associazione denominata “Emmaus” per la redenzione dei barboni e dei senza fissa dimora.

Ho letto recentemente che il confessore dell’Abbé Pierre, che era il famoso teologo francese De Lubac, suggerì, il giorno dell’ordinazione sacerdotale del suo penitente: «Nel momento in cui sarai prostrato a terra, di fronte al vescovo che sta per importi le mani, chiedi allo Spirito Santo la grazia di concederti la virtù di un sano anticlericalismo!»

Quando ho letto questo discorso, di primo acchito sono rimasto un po’ sorpreso, ma poi ho ben capito quanto fosse saggio ed opportuno questo suggerimento. L’Abbé Pierre credo che abbia detto con fede questa preghiera ed abbia sicuramente ottenuto la grazia perché visse con pienezza la libertà di figlio di Dio.

Cristo è venuto in questo mondo perché l’uomo prendesse coscienza della sua dignità, della sua libertà e dell’originalità della sua persona e perciò è antireligioso non chi non accoglie e vive con ebbrezza questo dono, ma chi pretende invece di limitarlo o mortificarlo.

Io ringrazio Dio di tutto cuore di vivere in questo tempo in cui questa libertà è garantita anche al più umile dei cristiani e chiedo perdono per tutti coloro che, in nome di non so quale dottrina, l’ha terribilmente cancellata fino ad un recente passato.

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