Uno dei discorsi che ricorrono frequentemente durante le riunioni in cui i preti discutono sul come trasmettere il messaggio di Gesù alla gente del nostro tempo, che sembra sempre più allergica al discorso religioso, è quello della necessità di rievangelizzare facendo una proposta cristiana seria soprattutto agli adulti, mediante corsi di specializzazione evangelica e teologica.
E’ da molti anni che sento questa sinfonia, ma ho purtroppo l’impressione che non ci siano molti risultati positivi, anzi che capiti, come quando stavamo perdendo la guerra nell’ultimo conflitto mondiale e i bollettini affermavano che le ritirate erano fatte per ottenere migliori risultati futuri, tanto che spesso mi viene la nostalgia della pastorale dei nostri vecchi parroci che pretendevano che i bambini conoscessero bene e a memoria le formule delle principali preghiere, le definizioni delle verità cristiane contenute nel catechismo di Pio X, visitavano gli ammalati, benedivano le famiglie, facevano prediche semplici e pratiche e che stavano il più possibile accanto alla gente della loro parrocchia.
Con questa pastorale semplice sono riusciti a formare delle coscienze cristiane così solide che i loro parrocchiani vivevano e morivano rifacendosi e ricorrendo in ogni circostanza al buon Dio.
Qualche giorno fa fui chiamato a dare una benedizione ad un’anziana signora, serena e credente anche nel momento della prova. La cara e buona nonna mi raccontava che sua madre ogni sera le consegnava un sacchetto con cento fagioli e le raccomandava di non addormentarsi senza aver detto le preghiere contandole con i fagioli. Aveva, questa signora, 90 anni ma la sua fede era fresca e viva come se ne avesse avuto 10 e fosse una bambina da prima Comunione.
Penso che la concretezza, la semplicità, il ribadire con forza e costanza gli stessi concetti sia ancora il modo migliore per passare e radicare dei sani e duraturi convincimenti, come la nebulosità, la frammentarietà, l’improvvisazione e l’artificiosità producono solamente confusione e nessuna convinzione profonda.
Tanto che la proposta dei cento fagioli pare sia ancora più produttiva di tante preghiere spontanee che non fan altro che proiettare all’esterno la confusione interiore.