Lo sguardo al futuro e la gratitudine per chi ha lavorato con noi fin qui

Qualche giorno fa, dopo la messa prefestiva alla quale partecipano molti residenti del Centro “don Vecchi”, la direzione ha organizzato un rinfresco in occasione del pensionamento del responsabile della sorveglianza, il signor Paolo Silvestro. I residenti si sono ritrovati nella hall, illuminata a festa, per ringraziare e porgere un piccolo dono per il decennio di servizio prestato dal signor Paolo, il cui lavoro è iniziato con l’apertura del “don Vecchi 2”. Il direttore, ragionier Rolando Candiani e il presidente della Fondazione, don Armando, hanno rivolto parole di circostanza e di ringraziamento a questo funzionario collaboratore dei responsabili dei Centri “don Vecchi”, i quali hanno elaborato e perfezionato poi sul campo la “dottrina” per questa struttura residenziale, che costituisce un progetto pilota nei riguardi di una fetta sempre più vasta di cittadini, compresi tra il pensionamento e la vecchiaia.

Al progetto, studiato a tavolino, si stanno apportando modifiche, in rapporto ad una sperimentazione in atto, che suggerisce soluzioni sempre più adeguate.

Allo stato delle cose si sta attualmente puntando, da un lato, ad una sempre più completa autogestione da parte dei residenti, eliminando il personale di servizio. Questo orientamento si sta mostrando vincente a Marghera ed è, oltre che motivo di un sempre più completo coinvolgimento dei residenti, motivo di risparmio, in quanto gli aspetti amministrativi e gestionali vengono sempre più demandati ai residenti e al volontariato.

Dall’altro lato si sta puntando a disporre di un piccolo nucleo di collaboratrici familiari, valide e residenti al “don Vecchi”, che accudiscano, sotto ogni aspetto, le persone in perdita di autosufficienza e che non dispongono di risorse economiche per pagarsi questi servizi.

La Provvidenza ci ha “messo a disposizione” la signora Rosanna Cervellin, estremamente esperta del settore, che attuerà e gestirà questo servizio.

Ci auguriamo che queste sperimentazioni possano offrire al Comune e alla Regione un modello adeguato per regolamentare questo settore di assistenza sociale.

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